La Commissione europea propone il 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Von Der Leyen prospetta il divieto di importazione di GLN russo entro la fine del 2026: "è ora di chiudere il rubinetto" dei ricavi dai combustibili fossili, con cui la Russia finanzia la guerra. Donald Trump si dice disponibile a sanzioni contro la Russia se i Paesi della Nato (o della Ue) smetteranno di acquistare petrolio russo e se imporranno tariffe tra il 50 e il 100 per cento a India e Cina, che lo acquistano. E' un pretesto del presidente Usa per evitare di nuocere a Putin? O il fallimento di ogni trattativa con la Russia per arrivare ad una tregua lo spingerà davvero ad un cambio di atteggiamento? Cina e India sono due partner da cui l'Ue non può prescindere. Con New Dehli la Commissione europea firmerà un accordo che permetterà una diversificazione indispensabile dopo i dazi imposti da Trump. Un negoziato complesso è necessario con la Cina, partner commercale fondamentale per le nuove tecnologie, che va coinvolto nella strategia di contrasto agli effetti del climate change. Una guerra commerciale con la Cina sarebbe devastante per l'Ue ma anche per gli Usa, come dimostra la retromarcia compiuta sotto la minaccia di interruzione di fornitura di terre rare. Il pacchetto dovrà essere adottato, risolvendo anche l'ostacolo dell'esenzione di cui godono Slovacchia e Ungheria al divieto di acquisto di petrolio russo. Il pacchetto amplia il numero delle navi della flotta ombra che commercia petrolio, ma perché funzioni serve la collaborazione degli Stati Uniti. Il pacchetto proposto dalla Commissione esaudisce peraltro anche molte delle richieste avanzate dall'amministrazione Trump che mirano a colpire i meccanismi di triangolazione con cui alcuni Paesi aggirano le sanzioni che gravano sul trasporto e commercio di petrolio con la Russia. Passi avanti sta facendo la Commissione anche in direzione dell'uso degli asset congelati della Banca Centrale Russa. Si sceglierà probabilmente la formula del prestito di riparazione. Perplessità delle istituzioni finanziarie e della Bce su un sistema di espropri. E' opportuno inasprire le sanzioni al più presto, approfittando dell'attuale debolezza dell'economia russa: se ha retto nei primi due anni dell'invasione grazie agli investimenti nel settore della difesa che l'ha trasformata in economia di guerra, ora non basta più, le entrate derivanti dall'energia sono diminuite, le sanzioni pesano, l'inflazione è risalita e il Paese è entrato in una fase di semirecessione. Bisogna approfittare di questa fase per costringere la Russia al tavolo negoziale