La risposta ai dazi dell'Amministrazione Trump: la Commissione Ue propone 'dazi zero' sui prodotti industriali, il Vietnam si arrende e decide di azzerarli dopo che il Presidente Usa ha annunciato l'imposizione di tariffe del 46 per cento. Ma elaborare una strategia per i Paesi colpiti, poiché i consiglieri di Trump considerano penalizzanti barriere per l'economia Usa anche l'Iva o le normative europee che riguardano i prodotti ottenuti con colture Ogm o la carne prodotta con ormoni. I discutibili metodi con cui, in occasione del 'Liberation Day', è stato calcolato e mostrato in tabella l'elenco dei dazi che l'Amministrazione Usa imporrà. A Trump non basterà, poiché quel che ha in mente, fin dagli anni Ottanta, è rifondare il sistema dei rapporti economici e le regole internazionali che, a suo dire, costituiscono un furto ai danni degli americani: per Trump il commercio internazionale è un costo, le importazioni penalizzano il Paese, l'obiettivo da raggiungere è posizionare gli Stati Uniti al centro di relazioni bilaterali che garantiscano un saldo in pareggio o un surplus. Trump giustifica questi interventi invocando una legge di sicurezza nazionale: è il primo Presidente Usa ad utilizzarla per imporre tariffe. E al momento gli Usa sono il Paese che applica i più alti dazi al mondo. I timori del mondo della finanza e il crollo a Wall Street: se finora c'è stata una sopravvalutazione dei mercati azionari e un abnorme aumento delle quotazioni, una correzione che pure sarebbe stata ragionevole ha effetti disastrosi se operata in pochi giorni. Le buone performance dell'economia Usa fino all'arrivo di Trump sono minacciate ora da un rischio recessione sempre più alto: una recessione autoprovocata. Ma se i danni inflitti all'economia inducessero Trump a fermarsi, probabilmente tenterebbe di svendere un ribasso negli obiettivi come una vittoria