La riluttanza del Governo Meloni ad esser parte di quelle che potrebbero essere tappe di un'integrazione europea. L'isolamento che rischia il nostro Paese non è solo politico o strategico, ma rischia di avere anche un costo economico, in una situazione in cui la nostra crescita resta debole. Esauritasi la fase post-Covid, superata anche grazie ad un forte intervento pubblico, l'Italia è tornata sotto la media europea in termini di crescita economica. Tutto il continente europeo è in una fase di stallo economico poiché il suo modello di sviluppo è entrato in una crisi irreversibile: per superarla, serve una riconversione della sua industria, basata per anni su settori ad alta intensità di energia come la meccanica e il manifatturiero. Ora è necessaira una riconversione verso settori a bassa intensità energetica ma ad alto contenuto tecnologico. La Germania del cancelliere Merz ha deciso di ricorrere a massicci investimenti, di puntare sulle nuove infrastrutture tecnologiche, superando anche i limiti che erano imposti dal vincoli costituzionali per investire sulla difesa. Una seconda, grande rivoluzione digitale è in corso ed è quella connessa all'Intelligenza artificiale e ai Big Data. E soltanto lo spazio europeo può consentirne uno sviluppo competitivo. Esserne fuori è dannoso. Del resto da sempre l'Europa si è aggregata attraverso meccanismi che coinvolgevano gruppi di Paesi 'volenterosi': così è stato per l'Euro, così per la costruzione dello Spazio Schengen