Si avvicina una nuova crisi del gas? Gli aumenti delle ultime settimane lo fanno temere. Il prezzo oscilla intorno ai 50 euro per megawattora: cifre ben lontane dai 150-350 raggiunti dopo la guerra in Ucraina. Ma anche dai 20 euro pre-guerra. Preoccupano le ripercussioni possibili sull'economia, in un clima di incertezza geopolitica e alla luce di previsioni di crescita che per l'Unione europea si attestano all'1,2-1,2 per cento. Per l'Italia previsioni di crescita modeste, allo 0,6 per cento secondo Banca d'Italia. Una fase di ripresa economica che resta comunque debole per l'Europa, se paragonata agli Usa. Il prezzo del gas torna a salire dopo due anni di inverni miti e dopo la decisione dell'Ucraina di non consentire più il passaggio del metano diretto verso l'Europa. Allarmano i rischi di speculazione. Servono soluzioni strutturali in Europa: se positiva è stata la scelta di diversificare le fonti di approvvigionamento dopo la guerra in Ucraina, i prezzi del gas restano comunque alti rispetto agli Usa e questo penalizza le aziende energivore europee: rischi di de-industrializzazione e di fuga delle imprese negli Stati Uniti. Servono decisioni di disaccoppiamento del prezzo del gas dall'elettricità e la costruzione di un mercato unico integrato europeo per l'approvvigionamento, acquisti comuni come al tempo dei vaccini anti-Covid, investimenti sulle energie rinnovabili. Il price cap può servire solo nell'immediato come misura per contrastare la speculazione e l'obiettivo di un prezzo fissato a 50 euro per megawattore resta comunque ambizioso, servirebbe un coordinamento reale tra i Paesi Ue.