Nel mio girovagare tra la filologia romanza e la ghiotta sapidità dei versi antichi, ho inteso compiere una sorta di operazione “ecdotica” di recupero interpretativo, per quanto mi sia basato e abbia riadattato una traduzione, in italiano, dal latino. Cercando , il più possibile, di riprodurre la metrica e il significante della lingua originale. Per la verità il testo è interessante, non solo perché utilizza il latino medioevale a parodiare il linguaggio ecclesiastico ma anche perché per la prima volta gli ottonari dai quali è composto sono in rima (sconosciuta nella poesia latina). Non solo, le tetrapodie trocaiche, proprie della tragedia, mi hanno fatto pensare che il testo fosse scritto anche per essere recitato e non solo cantato...L’operazione, durata molti giorni di studio, non mi
sembra venuta male, male ..siamo tra il 1100 e 1200 il testo è famosissimo, l’autore ignoto fa parte di quei Clerici vaganti autori di quei capolavori raccolti nei Carmina Burana. Prosit !