Dormire bene è un piacere, una delle più grandi gioie della vita per il 70% degli italiani secondo un recente studio di IKEA. Eppure, per molti si tratta di un sogno irraggiungibile. Per dormire bene c’è chi le prova tutte: la nuova ossessione legata al sonno si chiama sleepmaxxing e va di moda tra la Gen Z. Io me ne tengo alla larga, perché di mangiare kiwi appena prima di andare a letto non ho voglia. Piuttosto, chiedo ad altri come affrontano le loro notti senza sonno: alcuni hanno risposto alle mie domande, spiegando il loro rapporto con l’insonnia. Conflittuale, sì, certo. Ma solo finché non si scende a patti con l’insonnia stessa, alla ricerca di un equilibrio, come una vecchia amica.

Questa puntata è promossa da IKEA Italia.

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Anche se da parecchio tempo riesco a dormire quasi ogni notte, mi sento  e mi sentirò per sempre insonne. Ma sono venuta a patti con la paura di finire di nuovo in quel loop, anche grazie ad una persona che non mi ha più fatta sentire sola, di notte. E che, invece, da subito mi ha detto: “Quello che provi mi riguarda, è anche mio. Quello che ti fa paura, non fa paura solo a te, lo sento anche io. Se non puoi dormire, in questo momento, non potrò nemmeno io e quando scemerà lo spettro dell’onda nera, dormiremo entrambi”.

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Gli step degli insonni cronici per riuscire a dormire almeno un paio di ore, spesso partono dai rimedi naturali, passiflora, valeriana, biancospino, per poi passare alle maniere forti. Alla chimica. E lì è facile combinare qualche casino. Ma poi può succedere che all’accattonaggio randomico di pillole, si riesca a passare ad una gestione più assennata del tutto. Più o meno.

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Esiste un patto tacito che governa alcune storie d’amore: “abbellisci e semplifica la mia vita”. Se questo si traduce in una relazione sana, due persone possono diventare insieme la versione migliore di loro stesse. Oppure no. Nella seconda ipotesi, il partner diventa il nemico peggiore di un insonne, o almeno: per me è andata così. Al punto che quella relazione è diventata il bug del sistema che mi ha portata a raggiungere il record di ore filate senza dormire. Novantasei.

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L’insonnia è un tabù per molti di noi che ci convivono. Un segreto. Così come nascosto, celato agli sguardi altrui, è il legame che noi insonni spesso sentiamo connettere tra loro l’incapacità o terrore di dormire e l’idea della morte. Succede allora che un lutto improvviso riesca in un attimo a farci piombare di nuovo nel mondo delle notti bianche, proprio quando pensavamo di essercele lasciate alle spalle.

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Scoprire di soffrire di insonnia quando si è molto piccoli, va di pari passo con la scoperta precoce dell’invidia. Invidia per chi dorme sempre, ovunque e comunque, persino su un gommone in mezzo alla tempesta. Per sfuggire sia all’una che all'altra, io, come altri protagonisti del podcast, ho provato a fare due cose: improvvisare strategie per riuscire ad addormentarmi e andare a caccia di miei simili.

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Che cosa succede alle persone quando le notti in bianco si susseguono, diventando patologia? A popolarle arriveranno demoni o idee geniali? Ce lo raccontano i protagonisti di Insonni.

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