La decisione del governo australiano di revocare la ricca commessa di 9 sottomarini alla Francia costituisce un richiamo alla dura realta' per tutte le nazioni occidentali.

L'America in un raro afflato di politica estera bipartisan ha stabilito che la Cina costituisce una minaccia esistenziale. Quindi ha impresso un'escalation alle misure di contenimento e di contrasto alle mire espansionistiche di Pechino.

L'Aukus costituisce una chiamata alle armi degli alleati anglosassoni piu' affidabili (si nota l'assenza di Canada e Nuova Zelanda), ma anche un avvertimento all'Europa. L'ambiguita' verso la Cina, coltivata sia dalla Cancelliera Merkel che dal Presidente Macron (per non parlare delle alzate di ingegno sulla Via della Seta di Conte & Co.) non sara' piu' tollerata da Washington.

La scelta dei sottomarini nucleari per segnalare la fine della ricreazione non e' casuale. In quel campo la Cina e' particolarmente vulnerabile perche' non ha sistemi di difesa sonar adeguati.

Quindi per l'Unione Europea si impone una scelta di campo impellente sull'atteggimento da assumere nel lungo periodo verso la Cina.
L'idea che la Francia (o chi per essa), possa avvantaggiarsi del blocco alle importazioni di vino australiano imposto come ritorsione politica dal governo cinese, va relegata nella pattumiera della Storia.

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