Agosto ha portato un growth scare, ovvero una maggiore apprensione per la crescita economica, accompagnata da oscillazioni di mercato ed enfatizzata dai carry trade. L’esempio più evidente è quello del Giappone, dove si sceglie di indebitarsi in yen per investire in borsa. La violenta correzione del mercato del 9% nelle azioni globali è tuttavia stata recuperata entro la fine del mese, e i bond hanno mantenuto guadagni del 2-3% in eurozona e USA. Ciò che resta ancora aperto è verificare se le attuali nuove preoccupazioni siano un’altra oscillazione nella percezione degli analisti o qualcosa di più profondo, forse legato alla fine del supporto fiscale negli Stati Uniti o all’effetto ritardato delle restrizioni monetarie. Altrettanto importante è la reazione della Federal Reserve a questi segnali contrastanti: dopo Jackson Hole ha infatti attivato l’indicatore di recessione Sham Rule. Sarà fondamentale nei prossimi mesi continuare ad osservare se l’intervento della FED possa essere sufficiente a mantenere la crescita vicino al potenziale. In questo mese le valutazioni di mercato sono sfidanti sia per le azioni dei mercati sviluppati che per i bond. Infatti, gli indici azionari sono tornati a indicare uno scenario quasi di no landing, mentre i bond sembrano incorporare una certa probabilità di recessione. Ad esempio, il rendimento del T-note è al 3,8% sensibilmente sotto alla stima di fair value, mentre le previsioni sugli utili per azione sono peggiorate con una stima per il 2025 ben al di sotto del consenso del mercato.