Tutti a dire che l’arte è magnetica… Ma chi si credono di essere?! Questo posso dirlo solo io, che sono un magnete a tutti gli effetti.
Ebbene, l’Hommage a Miró che porto mi rende due volte magnetico: per il metallo e per il vostro sguardo.
E, se avete un minuto, potrei esserlo anche per le vostre orecchie! Ascoltate cosa possiamo raccontarvi su quest’opera…
Cosa avete pensato osservando un’immagine di Miró per la prima volta?
Potremmo essere tentati di immaginarci che si tratti di una rappresentazione astratta, di segni scollegati dalla realtà, niente di più lontano dall’opera di Miró.
Sebbene infatti il suo stile evidentemente sia molto lontano dal realismo, le sue figure non sono una semplice unione di segni e colori arbitrari, ma risultati di un processo che l’artista chiama schematizzazione. I soggetti vengono ridotti ai minimi termini.
Un gesto pittorico minimo teso a raggiungere il massimo della purezza: il sole è un ovale rosso bruciante; le stelle un asterisco di linee; i fiumi ed i prati un tratto sinuoso di colore; forme schematizzate che costituiscono una sorta di alfabeto visivo per Miró e che infatti ritroveremo in molte altre delle sue opere grafiche e pittoriche.