Quando nasce un bambino, dicono a Salla Hur, si apre per lui un'Osteria.La forte analogia fra la grotta e l'Osteria, la cave in francese, è indiscutibile e vera quanto l'asserzione secondo la quale la speleologia è nata nelle Terre del Vino francesi, austroungariche e italiane.

Come poteva un uomo non soffrire su questo mondo? Come poteva un uomo che non soffriva farsi venire in mente di cacciarsi sottoterra? I testi sacri dall'Ecclesiaste alle Upanishad furono scorsi mentalmente da Piccola Volpe senza che nessuna risposta gli sorgesse evidente.

«Ci provo io o ci provi tu?».«Ma? Do ancora un paio di martellate... vediamo se si slarga...».Una martellata, due martellate, un pugno, varie martellate, un paio di pugni. Non so se la roccia si faccia male quando la martelli, ma quando la prendi a pugni tu te ne fai certamente.

Era la lezione di Rilievo Topografico, la lezione sicuramente più temuta dell'intero corso. Dopo di essa ciascuno sarebbe stato in grado di usare bussola, ecclimetro, carta millimetrata, cordella metrica, cartine IGM, e pertanto sarebbe stato tenuto «a rilevare ogni nuova cavità in cui potrà imbattersi» (dal giuramento del Topografo).Era, in sostanza, una lezione da evitare con cura.

Gli Arabi dicono che il primo paio di pinze da fonderia fu dono di Allah. Gli speleologi dicono che la prima lampada a carburo l'ha regalata loro Satana, il Maligno.

Gli altri compari si stavano lavando. «Puzza di sapone!», dissi.Giovanni rideva. Disse che c'era una barzelletta di Ollolai, che è il suo paese, in cui tutti i pastori venuti giù dal Supramonte sono su una corriera sulla quale sale una signora imbellettata. «Che tanfo di cipria!», esclamano in coro.

Dov'era cominciata la speleologia di noi punteros? (Punta è l'esplorazione nel gergo speleologico).Da un corso di speleologia. In città, naturalmente.

«Ma la paura, non vi paralizza? Non avete mai paura...?», domandai. Era tardi, molto tardi nella notte, e il bambino era andato a dormire da un pezzo; lei curava ancora il fuoco, i tre amici erano seduti sul tappeto, con me, di fronte al camino.Si guardarono in faccia e intonarono un coretto con voce da lupi da luna piena. «...E la seconda storia che vi voglio raccontare è quella del recupero al Capa... a... a...».

Quando i giorni presero il colore dell'incubo e i succubi si chiusero nel Castello di Sabbia dell'Ultima Spiaggia e cancellarono anche la domenica per paura che da lì entrasse la marea, l'esploratore partì, per Ombra di Cielo...