[...] Cresciuto sempre solo, non aveva nessuna domestichezza con la madre. La vedeva, la sentiva molto diversa da sé, cosí alacre, energica e disinvolta. Forse egli somigliava al padre. E il vuoto lasciato dal padre da tanto tempo stava tra lui e la madre, e s'era sempre piú ingrandito con gli anni. Sua madre, anche lí presente, gli appariva sempre come lontana.
Ora questa impressione era cresciuta fino a cagionargli uno stranissimo imbarazzo, allorché (molto tardi, veramente; ma Cesarino - si sa - aveva poca fantasia), per una conversazione tra due compagni di scuola, le prime infantili finzioni dell'anima gli erano cadute, scoprendogli improvvisamente certi vergognosi segreti della vita finora insospettati. [...]