La memoria, la memoria pubblica, non è mai una fotografia nitida del passato, ma è spesso selettiva, mutevole, può essere soggetta a deformazioni, alla dialettica del ricordo, dell’amnesia, dell’oblio, è vulnerabile, è suscettibile di lunghe latenze, ma anche di improvvisi risvegli: la memoria va allora preservata e trasmessa, anche quando è dolorosa come la memoria della violenza mafiosa.