La mutilazione genitale femminile è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani. Oltre 200 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali, e secondo i dati UNFPA nel 2024, quasi 4,4 milioni di ragazze sono a rischio di subire mutilazioni genitali femminili (MGF).

In occasione della  Giornata Mondiale della Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili,  svoltasi ieri, 6 febbraio, Roberta Rughetti, vicedirettrice di Amref Health Africa, sottolinea ai nostri microfoni come, per promuovere l'abbandono di questa pratica, siano necessari sforzi coordinati e sistematici, che devono coinvolgere intere comunità e favorire il dialogo sociale,e che integrino il contesto giuridico, i sistemi comunitari, l’educazione, i sistemi sanitari e la ricerca.

Fin dalla sua fondazione, nel 2001, World-Friends Italia s'impegna affinché  il diritto alla salute sia garantito a tutte e tutti, soprattutto ai più vulnerabili.

In particolare in Kenya con i progetti nelle baraccopoli di Nairobi, dove il RuarakaUhai Neema Hospital è diventato un punto di riferimento, ma anche  nelle zone rurali e costiere. Grande importanza viene data al lavoro di coordinamento e alla Rete sul territorio, attraverso la collaborazione con comunità e istituzioni locali, ma anche con altre Organizzazioni non governative. Di primaria importanza è l'impegno alla formazione professionale del personale medico e sanitario locale.

Controprova della serietà e comptenza di World-Friends Italia, riconosciute attraverso premi prestigiosi, è anche il sostegno ricevuto negli anni da parte di realtà quali la CEI - Conferenza Episcopale Italiana e l'AICS, l'Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo.

L'altra faccia di World-Friends è quella che, seguendo gli stessi principi, porta avanti la sua azione in Italia, sia a sostegno della popolazione più fragile, sia in termini di formazione e di sensibilizzazione in particolare dei più giovani, con progetti di educazione alla cittadinanza globale su cambiamenti climatici e sostenibilità.

Ne parliamo con Silvana Merico, presidente di World-Friends Italia 

L’Afghanistan sembra uscito dalle carte geografiche mediatiche, eppure le condizioni di vita per gran parte della popolazione, in particolare  quella femminile, restano estremamente difficili, spesso drammatiche.

Nel corso della sua ultima missione nel paese a fine 2023, Susanna Fioretti,  presdennte  di NOVE Caring Humans che opera in Afghanistan  a favoe delle donne fin dal 2012, ha avuto modo di monitorare, insieme al suo staff, i progetti in corso e ne ha avviati altri calibrati sulle nuove condizioni riscontrate.

 

 

In Italia le famiglie che versano in una situazione di povertà e in cui è presente una o più persone con disabilità vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto.

Cosa chiedono e cosa desiderano per raggiungere una migliore qualità di vita?

Tra gli aiuti richiesti, 9 su 10 non sono contributi economici bensì servizi “umanizzati”, sia per la persona con disabilità sia per i familiari, che siano in grado di mettere la persona al centro, per una presa in carico globale.

È quanto emerge dalla ricerca “Disabilità e povertà nelle famiglie italiane”, condotta da CBM Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità e nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia – insieme alla Fondazione Emanuela Zancan Centro Studi e Ricerca sociale, che indaga per la prima volta nel nostro Paese il legame tra condizione di disabilità e impoverimento economico e culturale.

Nostro ospite Massimo Maggio, direttore di CBM Italia

Il numero di rifugiati al mondo è raddoppiato in soli due anni e il 55% di essi è ospitato in solo dieci paesi. Sono soltanto alcuni dei dati preoccupanti che emergono dal Rapporto sugli Indicatori del patto Globale sui Rifugiato 2023 presentato al recente Forum Globale di Ginevra, in coincidenza con l'anniversario della creazione, il 14 dicembre del 1950 dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Aumenta anche il cosiddetto funding gap: i  bisogni umanitari superano cioé di gran lunga le risorse messe a disposizione delle agenzie umanitarie per sostenere le popolazioni coinvolte da conflitti e calamità naturali.

Nostra ospite Laura Iucci di UNHCR Italia, che ha di recente attivato la campagna "Fai sentire il tuo calore".

 

Il programma Cuore di bimbi viene avviato nel 2005 da Fondazione Mission Bambini con l’obiettivo specifico di ridurre la mortalità di minori affetti da malattie cardiache congenite o acquisite, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione. Grazie al programma Cuore di bimbi sono stati curati oltre 25.000 bambini, di cui 2.500 operati e più di 23.000 visitati ricevendo una diagnosi corretta; 505 i medici locali formati. Si stima che nel mondo nascano ogni anno 1 milione di bambini gravemente cardiopatici: i difetti cardiaci sono tra le più diffuse anomalie congenite e rappresentano per questo uno dei più rilevanti problemi di salute a livello globale.

La metà dei bambini che nascono cardiopatici, se non operati nei primi anni rischia la vita; gli altri vanno incontro a gravi problemi di sviluppo della crescita.

Nostra ospite Adalgisa Caraffini, Coordinatrice programmi estero di Fondazione Mission Bambini

Ospite in studio Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia, che ripercorre il suo percorso di appassionata militanza e impegno a favore della lotta alla povertà, della difesa dei diritti, della costruzione di un mondo migliore. Un mondo che cambia e che pone le giovani generazioni di fronte a nuove sfide.

I consigli derivanti dalla sua lunga esperienza e un focus su cosa s'intenda per advocacy, un ambito che può fare la differenza anche per chi intenda muovere i primi passi nel mondo dello sviluppo e della cooperazione internazionale.

 

Suor Yvette Lwali Zawadi, è dal luglio scorso Superiora Generale delle Suore Angeliche di San Paolo.. Con lei, originaria del Sud Kivu, in Repubblica Democratica del Congo, ripercorriamo l'azione della Congregazione in Africa, in Itali e nel mondo, attraverso il racconto delle attività di ricente attivate.

"Anche sulla base del  nostro carisma, il rinnovamente dele fervore cristiano -racconta suor Yvette - abbiamo scelto di privilegiare la scuola e l’educazione. In RDC la scuola pubblica è spesso una chimera e la maggior parte della gente non è in grado di pagare le rette degli istituti privati. Le nostre scuole accolgono oltre 2.200 studenti e cerchiamo di supportare in particolare l’educazione di bambine e ragazze, spesso discriminate in materia d’istruzione. Non è semplice, anche perché i costi sono elevati. Anche per questo abbiamo attivato ormai da tempo un programma di adozioni a distanza, attraverso cui chiunque può aiutarci nella nostra missione"

A Balaka, cittadina nel centro-sud del Malawi, uno dei paesi più poveri del mondo, l'entusiasmo di padre Mario Pacifici, missionario monfortano di Entratico (BG) ha saputo creare un dinamismo che da decenni muove l'intera comunità.

Fiore all'occhiello è il Comfort Community Hospital, punto di riferimento sanitario dell'intera regione. Da gennaio ad oggi quasi 14.000 bimbi sotto i 5 anni hanno ricevuto le vaccinazioni necessarie e 1.800 bimbi sono nati nel nostro ospedale di cui 186 con parto cesareo, possibilità non scontata in Malawi e che scongiura esiti che potrebbero essere fatali per mamme e neonati.

Ai microfoni dei media vaticani, padre Mario sottolinea la gravità della situazione nel paese, alla cui povertà si aggiungono gli effetti di un'inflazione in crescita esponenziale. Ma anche la profonda fede nella Provvidenza che ha fatto accogliere la pioggia di questi giorni come un segno di speranza per il futuro.

Nelle parole di bamboi mario anche il ricordo vivo della partecipazione alla GMG di Lisbona con l'Alleluya Band. Proprio con tre esponenti della Band, il gruppo più popolare del Malawi, padre Mario si appresta a tornare in Italia in vista della Cena del Povero di febbraio, momento significativo per chiunque sostenga in Italia l'azione missionaria in Malawi.

Prosegue il percorso formativo del Centro di Cura italiano di Operation Smile, l’Organizzazione non-profit specializzata nella chirurgia e nella cura delle labiopalatoschisi. Il progetto, riservato a medici provenienti da paesi a basso e medio reddito, ha l’obiettivo di formare i volontari sul modello multidisciplinare di cura delle malformazioni del volto e far sì che essi possano importare il protocollo integrato di Operation Smile (chirurgico, logopedico ed ortodontico) nei loro Paesi di provenienza.

Fino a gennaio 2024, il Centro di Cura Operation Smile, con sede all’interno dell’ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, si prepara dunque ad accogliere dieci chirurghi provenienti dall’Africa subsahariana grazie all’accordo con COSECSA, un organismo professionale con sede ad Arusha, in Tanzania, che promuove la formazione post-laurea in chirurgia in tutta le regioni dell’Africa orientale, centrale e meridionale.

Nostri ospiti Luca Autelitano,  medico chirurgo, coordinatore clinico del Centro di Cura Operation Smile di Milano e Anna De Bona, responsabile della raccolta fondi  e della comunicazione di Operation Smile Italia