Viviano in un periodo storico in cui idee spacciate come "progressiste", fino a non molti anni fa sarebbero state considerate estremamente conservatrici.
Vogliamo cambiare la lingua italiana perché basata sul binarismo di genere e poi non facciamo altro che continuare a dividere la società e le persone sulla base di questa variabile. Se da una parte c'è chi grida al sessismo perché vuole i bagni unisex, dall'altra c'è chi lancia petizioni online per creare delle carrozze per sole donne sui treni. Per carità, nulla di nuovo, lo si fa già in diverse nazioni del mondo (Brasile, Egitto, India, Malesia e Giappone), di certo non quelle più evolute dal punto di vista della parità di genere.
A me onestamente sembra un passo indietro, una toppa sul problema che rischia di rivelarsi come un boomerang: convincerci che la soluzione per eliminare il sessismo sia separare i due gruppi sociali, un po' come accadeva un tempo.
In ogni caso è evidente che viviamo in un periodo di grande confusione sulle questioni di genere e nessuno ha la verità in tasca. Il problema è complesso e richiede una riflessione pubblica, senza barricarsi dietro a facili etichette ideologiche.
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