Non ditele che faccio il pubblicitario

Forse non tutti sanno che Armando Testa, prima di diventare famoso, era un uomo semplice. Sì, è vero, sulla testa sfoggiava un costoso borsalino, ma era un uomo senza fronzoli...Tranne uno: la passione per il cinematografo. E fu propio grazie a questo amore per le immagini in movimento, le stesse che ai tempi imperversavano in TV grazie al Carosello, che gli venne l’idea per uno degli spot che rivoluzionò per sempre il mondo pubblicitario: quello di Caballero e Carmencita nella pampa sconfinata, icone del fortunato brand caffè Paulista.
Voce di Matteo Campese, racconto di Nicolò Orlandini, regia di Angelo Battaglia, art di Vittorio Giordano

Pietro ha girato tutti i mercatini dell’usato di zona prima di imbattersi in quel vecchio cartellone
pubblicitario sbiadito che ritrae un fondoschiena femminile con indosso un paio di Jeans Jesus... quando si mette alla ricerca di puntine per appenderlo alla parete, inciampa in un quaderno di appunti, quello che usava per frequentare una rinomata scuola di scrittura creativa. In un lampo viene catapultato, e noi con lui, nella Milano del 2006, ai tempi in cui si svegliava presto per aggiudicarsi un posto in prima fila in classe, e pendeva dalle labbra del guru dello storytelling pubblicitario: Emanuele Pirella.
Voce di Matteo Campese, racconto di Rosanna Fontanarosa, regia di Emanuele Intagliata, art di Vittorio Giordano

Ci sono colline che cantano. Cantano di pace, fratellanza ed armonia. Sono colline bellissime, sopra le quali giovani da tutto il mondo sognano un domani migliore. E intanto bevono una rinfrescante Coca Cola. È la primavera del 1971, tempo di rivoluzione e figli dei fiori, e Bill Backer, intraprendente creativo dell’agenzia pubblicitaria americana McCann-Erickson, sa che è l’idea giusta... In questo podcast ripercorriamo, vibranti di emozione, quel fatidico momento che avrebbe segnato per sempre la storia della pubblicità mondiale.
Voce di Matteo Campese, racconto di Nicolò Orlandini, regia di Emanuele Campagnolo, art di Vittorio Giordano

Seduto nel suo appartamento di Manhattan, David Ogilvy fantastica su una battuta di caccia nel cuore delle Rocky Mountains. Perso nei suoi pensieri, riempie il bollitore d’acqua e lo mette sul
fuoco per preparare il suo irrinunciabile tè di metà mattina. Deve concentrarsi: c’è un lavoro da portare a termine! Quando due giorni prima Ellerton Jette gli ha chiesto di pubblicizzare la sua Hathaway Company, Ogilvy ha pensato subito che sarebbe stata una passeggiata. E invece non è così...ma sono proprio le sfide a tirare fuori il meglio dalle persone. Per non parlare, poi, dei geni
visionari come lui.
Voce di Matteo Campese, racconto di Mattia Carnesecca, regia di Emanuele Campagnolo, art di Vittorio Giordano

Corre l’anno 2007. Non lascia spazio ad interpretazioni la foto di Isabelle Caro: è lei la modella anoressica protagonista della campagna pubblicitaria Nolita, il fashion brand del gruppo Flash&Partners che ha accettato di esporsi nuda agli scatti di Oliviero Toscani per mostrare a tute-
la realtà impietosa di una malattia che vede coinvolte milioni di persone. Ripercorriamo assieme ad Oliviero Toscani (e al suo cavallo) la tensione di quei giorni, scoprendo i “dietro le quinte” di una delle più note campagne pubblicitarie di sempre.
Voce di Matteo Campese, racconto di Rosanna Fontanarosa, regia di Emanuele Intagliata, art di Vittorio Giordano

Quando i rappresentanti della Volkswagen compaiono nel suo ufficio, Julian Koenig si lascia sfug-
gire uno sguardo perplesso; li segue tuttavia nel parcheggio, dove gli viene mostrato il prodotto da pubblicizzare: una buffa automobile. Stiamo parlando della celebre Volkswagen Typ 1, meglio conosciuta in Italia come Maggiolino o Maggiolone, a seconda del modello. Una sfida a dir poco complessa, per Koenig, che deve trovare un modo per incrementare le vendite di quell’auto, dietro alla cui progettazione si nasconde niente meno che Adolf Hitler....Il diavolo in persona.
Voce di Matteo Campese, racconto di Mattia Carnesecca, regia di Emanuele Campagnolo, art di Vittorio Giordano