Si chiude con questo episodio la rubrica “Parole guida” realizzata da Askesis in collaborazione con l’Avvenire. È stato un cammino a tappe, con un ipotetico punto di partenza, il termine “complessità” ed un approdo finale: il termine “lavoro”. Lo abbiamo fatto con un podcast perché le parole sono anche suono, e spesso l’ascolto le sa rendere più vivide e a portata di mano. Questo è il primo e vero motivo per cui una parola prende vita: la sua capacità di leggere una situazione e di interpretarla, per renderla via via più vivibile e positiva. Per rendere la vita, professionale e non, più degna di essere vissuta. In questo episodio abbiamo raccolto anche un contributo sulla parola viva di Lorenzo Saraceno.

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I cambiamenti radicali in atto, accelerati da pandemia e lockdown, ci hanno consegnato una dimensione che più di ogni altra ha subito una radicale svolta, spesso traumatica: quella del lavoro. Oggi diventa importante ragionare sulle componenti stesse di una dimensione così vitale. Il termine “lavoro” contiene molteplici sfaccettature perché trascina con sé emozioni ed esperienze. Porta con sé la vita. Capirlo, farlo proprio, interrogarsi significa porre le premesse perché questa dimensione concorra a fare del nostro tempo un progetto e noi persone più libere.

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La fortezza è l’ultima delle virtù cardinali che abbiamo analizzato e cercato di comprendere negli episodi precedenti. Una virtù che sollecita chi ha compreso l’importanza di una vita virtuosa e della necessità di divenire forti con prudenza, giustizia e temperanza. Attraverso l’impegno e la perseveranza. È questo il senso più profondo del termine, ben lontano dal solo concetto di forza che pure la connota. Allora com’è possibile applicare anche questo insegnamento nel fare impresa quotidiano e nella produzione di valore per l’impresa? Lo scopriremo in questa puntata.

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Equilibrio, armonia, giusto tempo sono alcune delle declinazioni possibili della virtù della temperanza che è protagonista di questo episodio del podcast. La temperanza è forse la virtù cardinale che più di tutte parla a questo nostro pe-riodo storico, così confuso e vorticoso, nel quale sembra che nessuno di noi abbia più il tempo per vivere e lavorare con pienezza e soddisfazione. Sco-priamo come imparare a praticarla e ad allenarla per fare bene impresa e all’impresa.

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Tra le quattro virtù cardinali, la giustizia pare proprio essere la più importante. È la virtù che indica la via maestra su cui procedere… con prudenza, temperanza e fortezza. E la giustizia ha un ruolo fondamentale anche nella guida e nella gestione di un’impresa; può farsi punto d’incontro tra le legittime istanze di collaboratori, fornitori, clienti, ambiente, shareholders e contribuire alla realizza-zione di un valore economico, sociale e ambientale.

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È impossibile divenire leader virtuosi senza conoscere e, soprattutto, saper porre le virtù al centro dei propri comportamenti. Un leader può essere tale perché capace di mettere in pratica certe modalità grazie al suo carisma innato, a una propensione naturale, ma anche grazie a scelte quotidiane orientate alle virtù e, in particolare, alle quattro virtù cardinali al centro della tradizione cristiana: la prudenza, la giustizia, la temperanza e la fortezza. Cominciamo dalla prima, la prudenza, e scopriamo come possa essere utile al fare impresa di oggi.

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I tempi che viviamo richiedono nuove forme di leadership come la “wise leadership” che si può tradurre come una leadership virtuosa. L’Università di Harvard ha iniziato a parlarne negli ultimi anni mentre in passato già Platone e Aristotele lo avevano fatto. E Benedetto da Norcia la fece trasparire dalla sua Regola ben 1.500 anni fa. In questa puntata scopriremo perché oggi in azienda sia necessario far crescere una leadership virtuosa, incontreremo la pratica delle virtù e anche come sia possibile praticarla attraverso le attività che Askesis porta avanti da anni su questi temi.


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In azienda la parola feedback risuona tra le attività del quotidiano come un momento di valorizzazione di un’esperienza e della persona che ne è stata pro-tagonista ma può benissimo trasformarsi anche in un’occasione di scontro. E se provassimo a sostituire questa parola con il termine “correzione” e aggiun-gessimo anche l’aggettivo “fraterna”? Il senso è quello di un gesto positivo e propositivo volto al bene comune. Un’occasione d’incontro e non di scontro. Un momento di crescita e di miglioramento che tracci la strada verso un cam-mino virtuoso per l’azienda.


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Dall’ascolto al dialogo che si rafforza nella consapevolezza, si orienta grazie al coinvolgimento e finalmente trova il suo compimento in una decisione condi-visa. Massimo Folador, in questo episodio del podcast realizzato in collabora-zione con il quotidiano Avvenire, ci guida alla scoperta del significato della re-sponsabilità di decidere. Una responsabilità che emerge con evidenza in un periodo in cui ci siamo fidati per mesi alla resilienza mentre oggi, per ripartire, abbiamo bisogno ddi affidarci alla capacità di prendere decisioni coraggiose e orientate al futuro e all’innovazione. Come vive l’imprenditore di oggi questa sfida? Ce lo racconta Massimo Folador in questo episodio.

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Dall’ascolto al dialogo, come abbiamo visto nell’episodio precedente, ma c’è bisogno di un passaggio ulteriore affinché un dialogo non sia sterile ma prenda forma e diventi il presupposto per quel “fare bene assieme” che ne rappresenta sempre il fine ultimo. Si tratta di tre termini, essenziali e propedeutici l’uno all’altro: consapevolezza, coinvolgimento e condivisione. In questo nuovo episodio del podcast in collaborazione con l’Avvenire - Massimo Folador ci spiega il significato, l’importanza e l’utilità per le imprese di questi tre elementi del dialogo concreto e costruttivo.