Milano, 11 marzo 1971. Dopo i «Boia chi molla» di Reggio Calabria e la notte di «Tora-Tora» del principe Borghese, si fa largo la Maggioranza silenziosa. Ne è animatore l’avvocato milanese Adamo Degli Occhi, monarchico ed ex partigiano. L’esordio, piuttosto sotto tono, avvenuto già a Torino quattro giorni prima con una manifestazione in piazza Castello, avrebbe dovuto dar voce a quell'Italia «che lavora, produce, paga, forma la maggioranza silenziosa degli italiani che vogliono ordine nella libertà e nel progresso sociale, e libertà di progresso nell’ordine».
A Milano i risultati si rivelano migliori. Il corteo, partito dai bastioni di Porta Venezia con circa trecento partecipanti, si gonfia per strada fino a raccogliere alcune migliaia di persone. Adamo Degli Occhi marcia davanti a tutti, avvolto nel tricolore. La manifestazione si conclude a Piazza Duomo in un tripudio di canti patriottici e di bandiere.
Massimo De Carolis, uno dei leader della «maggioranza silenziosa»: «Nel marzo del 1971 ci fu una manifestazione di quella che in quel momento non si chiamava ancora maggioranza silenziosa. I fascisti furono sostanzialmente assenti, cioè tentarono marginalmente di inserirsi; fu una manifestazione spontanea, di base, espressione di una opinione pubblica certamente moderata, conservatrice. A organizzarla fu un gruppo di persone costituite in un comitato cittadino anticomunista, nessuna delle quali era iscritta al Movimento sociale italiano. Uno dei membri era addirittura un dirigente della Democrazia cristiana, c’erano dei liberali. Fu, indubbiamente, una manifestazione di base e di massa. Credo che le polemiche che suscitò fossero dovute proprio a questo fatto: la sinistra, a Milano e in Italia, si accorse per la prima volta che c’era un consenso di massa a tesi non schierate sulla sinistra». (La notte della Repubblica, Sergio Zavoli).
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