Ci sono parole che fanno paura.
Parole che, appena le pronunci, dividono, infastidiscono, fanno discutere.
“Genocidio” è una di queste.
Perché quella parola cambia tutto. Chi la pronuncia non sta solo descrivendo: sta accusando, sta decidendo di non voltarsi dall’altro lato e si sta schierando E così, nei salotti televisivi, si preferisce dire “orrore”, “massacro”, “tragedia umanitaria”
Parole che commuovono, ma non impegnano.
Che condannano, ma non chiamano per nome le responsabilità.