Quattro fogli spariti, addirittura strappati riguardanti un dossier riservato dei servizi segreti, che indagarono anche sui familiari di Emanuela Orlandi, come da prassi, ma con particolare attenzione sullo zio Paolo ( lo stesso che nei giorni successivi alla scomparsa parlo' con i sedicenti interlocutori facendosi da portavoce della famiglia sconvolta per quanto accaduto ).
In effetti, il cugino della ragazza, quando fu ascoltato in questura, aveva un pesantissimo giubbino di jeans; poi scoprirono dei segni sulle braccia... ma questa è un'altra storia...
Ma, parliamoci chiaro: se fosse stata una questione familiare, non ci sarebbero stati tutti questi depistaggi; la verità sarebbe prima o poi emersa.
È vero che lo zio lavorava al Senato, proprio dove fu presumibilmente vista dal vigile urbano Sanbuco e dall'agente di polizia.
È vero che l'identikit attribuito al de Pedis un po' assomigliava allo zio, e Natalina Orlandi subì delle avance dallo zio in anni antecedenti all'83, ma non bisogna mai suggestionarsi: non ci sono prove concrete, solo tentativi di cambiare rotta.
La verità è da ricercare in altri ambienti...