La scorsa settimana i mercati azionari hanno mostrato un netto contrasto, con l
'Europa in chiusura nettamente positiva (Piazza Affari a +2,5%), in controtendenza rispetto al nervosismo e alla volatilità prevalsi a Wall Street, in particolare sul fronte tecnologico e delle criptovalute.
In questo
"mercato bipolare", gli investitori si muovono tra la speranza di un rally di Natale e il rischio concreto di detenere titoli con
valutazioni "allegre" in settori come il quantum computing, i cui titoli sono in forte calo (-6% per il settore), come dimostrato dal contrasto tra l'elevata capitalizzazione di Rigetti Computers e i suoi ricavi modesti.
Il sentiment è messo a dura prova anche dall'agitazione sui titoli tecnologici e AI, sebbene società come Nvidia stiano realmente generando profitti e margini superiori rispetto all'era della bolla dot-com del 2000.
L'incertezza sul taglio dei tassi della Fed e le reazioni caute alle trimestrali record amplificano la pressione sui titoli growth
.Il focus della settimana è però l'enigma del crollo del Bitcoin e delle criptovalute, con una capitalizzazione di mercato complessiva che ha "bruciato" 1.000 miliardi di dollari in un mese.
La discesa è attribuita a una combinazione di fattori, che esamineremo in dettaglio, tra cui:
- La delusione del "nuovo oro digitale": Il Bitcoin, con un rendimento negativo in euro da inizio anno (-10%), si comporta sempre più come un asset rischioso, perdendo terreno rispetto all'Oro fisico (in rialzo di circa il +40%).
- Finanziarizzazione e correlazione: L'ingresso massiccio degli istituzionali ha aumentato la liquidità, ma anche la correlazione con gli asset di rischio tradizionali (Nasdaq), "devitalizzando" la sua funzione di riserva di valore non correlata.
- La scossa del panico e della leva finanziaria: Una violenta ondata di vendite ha innescato una cascata di liquidazioni per circa 19 miliardi di dollari in un solo giorno, correggendo l'eccessivo ottimismo di chi aveva alzato la posta con la leva.
Il mercato si sta ripulendo, e il futuro del settore dipenderà dal ritorno della propensione al rischio globale. Infine, accenneremo al
divario crescente tra i consumatori ad alto e basso reddito negli Stati Uniti, evidenziato anche dagli elevati costi alimentari, con i prezzi della carne bovina in forte aumento.