L'universo che sta intorno al concetto di consenso prevede dimenticanze e sciatterie. E ne paghiamo il prezzo, ma è imprescindibile.
La nostra Terra sta lanciando una richiesta di aiuto che stentiamo a riconoscere, pagando il prezzo di quelle dannose dinamiche che la soffocano, ma le manteniamo perché sono imprescindibili.
Dato che Gianluigi Trevisi pensa che letteratura e cinema siano indispensabili per la decodifica della realtà ci propone di riflettere a partire da "La grande cecità" di Amitav Ghosh e da "Il vecchio muore e il nuovo non può nascere" di Nancy Fraser sul degrado del neo-liberismo.
Il consumismo infinito e l'estinzione delle risorse. Guerre e conflitti infiniti. La crisi finanziaria del 2008 e la responsabilità impunita di Clinton. Tutto questo va a comporre il modello unico che pesa sulle spalle di ogni cittadino apparendo imprescindibile.
E allora limbo!

L'empatia tra creature viventi dovrebbe essere connaturata alla coscienza e legato alla consapevolezza del comune esistere. Eppure nel rapporto con il mondo che ci circonda qualcosa manca. E' davvero difficile ritrovare questa consapevolezza quando nella pratica quotidiana consumiamo le carni di altri esseri viventi. Si tratta sempre di una forma di violenza e sopraffazione. La "comunità" ignora i motivi che portano la stirpe umana ad avere il ruolo che ha sulla Terra. Parliamo oggi del consumo di carne e pesce al giorno d'oggi e delle sue conseguenze. Gianluigi Trevisi parla poi ancora di violenza dell'uomo sull'uomo, come il Libia, seguendo la penna di Angelo Del Boca.

Dolcissime radici è il titolo di questa puntata di Sedizioni, rubato all'album di Giovanna Carone, un disco che ha suscitato un ascolto attento da parte di Gianluigi Trevisi, che descrive come un viaggio nella forma canzone, un viaggio in una voce superba, ma non solo. "Specchio nello specchio" è forse l'espressione che meglio spiega la sorpresa di Gianluigi: questa musica mette in discussione anche gli stilemi che si attendeva.

Il modello sociale attuale sembra costruito intorno alle scadenze, impellenze, urgenze, priorità dettate da una selvaggia burocratizzazione o "buropazzia". Mentre ci dibattiamo tra questi impegni in Gana sono arrivati 25 vaccini. Gianluigi Trevisi ci invita a recuperare uno spazio creativo, con urgenza, al di sopra delle incombenze quotidiane. Perché? Per scoprirlo e ridefinire tempo, lavoro e produzione basta ascoltare questa puntata.

#ToniNegri, #Galimberti, #GennaroNunziante, #sogni, #invettive, #espressività, #poesia, #priorità,

Tommaso Pincio, scrittore e traduttore, ha rivisto "Millenovecentottantaquattro" di George Orwell (Sellerio, pp. 456, 2021), in cui la spinta al pensiero è fornita dalla varietà del linguaggio usato nel ritradurre il capolavoro del grande scrittore, giornalista e opinionista inglese. Varietà linguistica cui andrebbe prestata attenzione, in politica, nei media, nella divulgazione scientifica e nell'arte. Espressioni come "recovery fund", "new generation", "quark" possiedono storie talvolta nate dall'utilità, talvolta dalla creatività.

La tecnologia ha tracciato la deriva dei nostri tempi, che non offre molte vie di fuga. Gianluigi Trevisi riprende da qui le sue sperequazioni dialettiche, da ascoltare anche in podcast quando vi pare e piace. Torna sulle degenerazioni cognitive casate dalla caduta dell'attenzione, come si vede anche nella politica attuale, internazionale e nazionale.
A Roma è in corso la mostra “A Visual Exploration of the International Space Station” con fotografie del cosmonauta Paolo Nespoli e del fotografo/visual artist Roland Miller (alla Galleria del Cembalo, fino al 31 gennaio 2021). Gianluigi ce la segnala perché ci aiuta a guardare da lontano il nostro mondo affollato da noi minuscoli esseri agitati dall'energia distruttrice pur di scongiurare la mortificazione degli egoismi di ciascuno.
Un consiglio sul web: Worldwatch Institute https://worldwatch.news/

Sedizioni va in onda anche in FM su Radio Regio di Altamura

Buon ascolto!

La democrazia è imperfetta? Cosa accomuna Vivaldi e Jimmy Page? Le forme espressive si misurano in base allo spirito del tempo (cit. The rest is noise). Le trasformazioni sono più visibili in alcuni periodi, talvolta appaiono come una tensione nevrotica che permea processi collettivi, come in questi tempi in cui la tecnologia ha plasmato le nostre attitudini intellettive, alterando la capacità di concentrarci, condizionando prima il pensiero e poi il ricordo. Gianluigi Trevisi in questa puntata di Sedizioni immagina una grane tavola rotonda di confronto con almeno 2 milioni di posti a sedere, finalizzata a discutere su come scongiurare la catastrofe, per chiudere con un aneddoto sul maestro Morricone agi albori della tecnologia cellulare digitale.

Gianluigi Trevisi compone un ritratto dell'umanità in cui siamo alla soglia del nuovo anno per questa prima puntata del 2021. Un tempo in cui il frivolo è considerato razionale, mentre l'irrazionale è d'uso quotidiano. Apre quindi con la contemporaneità di Anthony (And The Johnson) e di Philip Glass che fluisce come un flusso d'acqua e confluisce nel mare, negli oceani, testimoni provati dai processi umani. Uno sguardo ai cambiamenti climatici, uno ai consigli di visione. Buon nuovo anno e buon ascolto.

Il 2020 si è portato via "cose" preziose in ogni angolo delle cose dell'uomo, con disastri, alluvioni, la pandemia e guerre. Se devono scivolarci addosso seguiamo la traccia di ciò che si è portato via. 70 mila persone in meno sul pianeta. Qualcosa in più è accaduto. Quindi in questa puntata guardiamo insieme a Gianluigi Trevisi alle cicatrici sul volto dei vinti e dei vincitori, tornando poi sull'edilizia popolare, sulla patrimoniale, sulla musica, da Springsteen a Steven Wilson, Steven Mathias, Laraaji, Cure, sempre sulla via delle musiche possibili.

L'8 dicembre scorso ci ha lasciati Harold Budd, uno dei più rispettati compositori della scena minimalista e avanguardista americana. Ci ha lasciati all'età di 84 anni. Gianluigi Trevisi porta in suo tributo la prima metà di questa puntata contemplando l'appassire del fiore della creatività tra assemblaggi fatti sempre più di frequente con il già visto ed i già sentito. Ricorda il suo passaggio in Time Zones Festival e l'influenza su Brian Eno. La seconda parte si apre con Quadrophenia dei The Who. Buon ascolto.

Sedizioni è il programma di Gianluigi Trevisi sempre sulla via delle musiche possibili, in brodcaste podcast su RKO www.rkonair.com ogni martedì alle 15:00