Nell'episodio n.7 di Sottotraccia sono stato coinvolto in un viaggio toccante nelle profondità dell'animo di un artista dotato di una sensibilità straordinaria: Chef.
Nel suo brano "Soldato", Chef, non solo riesce a vestire i panni del personaggio principale protagonista del suo brano, ma è anche in grado di abbracciare una dinamica collettiva e sociale malata e, a suo modo, la denuncia con ironia e sottile sarcasmo.
Risulta davvero complicato incasellare Chef in uno specifico genere musicale e, probabilmente, è proprio questa la sua forza. Il suo obiettivo non è piacere alle masse, ma toccarle nel profondo e sviluppare insieme un percorso di presa di coscienza delle nostre ipocrisie.
Ad ogni ascolto del brano "Soldato" appare una nuova scena, una nuova visione e una nuova sensazione che ti fa gustare sempre di più il suo stile e ti fa comprendere sempre di più il suo messaggio. Ogni nuovo ascolto di questa canzone mi ha regalato una sfaccettatura diversa della storia che Chef racconta e che, purtroppo, ho l'impressione rimarrà attuale per molto tempo.
Nobile erede di un modo di fare musica puro e disinteressato, Chef si configura come un faro da seguire nell'ambito autoriale della scena. L'agilità della sua penna e la profondità della sua sensibilità, unite al suo timbro vocale unico e alla scelta dell'utilizzo del romanesco, si risolvono in un brano d'altri tempi capace di divertire e di far riflettere, di intrattenere e di fare cultura.
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