Non esistono documenti che certifichino con esattezza la data o l’anno. Si sa, per esempio, che nel 1544 una delegazione di Maya Kekchi – una popolazione originaria degli attuali territori di Guatemala e Belize – venne portata in Spagna per incontrare il Principe Filippo, e che in quell’occasione al sovrano venne donato del cioccolato. Qualche decennio più tardi l’importazione sotto forma di wafer o di tavoletta, composta di cacao macinato e compresso, a cui si aggiungeva acqua calda e zucchero per ottenere la bevanda finale, ne aumentò la diffusione in Spagna e nelle Isole Britanniche.
Di sicuro, tra i motivi che spinsero gli europei a consumare in grandi quantità questo nuovo prodotto, prima nelle corti reali e poi tra il popolo, non c’era il suo sapore, ma le proprietà curative e ristoratrici. Il cacao era, infatti, considerato una medicina in grado di curare diverse malattie. Il cioccolato, poi, come avevano osservato i Conquistadores, era un alimento con proprietà ritempranti ed eccitanti quasi magiche, la cui leggenda si sparse rapidamente.
Da allora, la composizione di questo alimento non è cambiata di molto, mentre si sono decisamente evolute tecniche e tecnologie. Ed è significativo che dal 2021 il fondente sia diventata la tipologia di cioccolato più consumata in Italia.
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