“Limitato geometricamente, un libro è anzitutto un emblema: richiama un ordine prestabilito, pensato, misurato e per ciò stesso umano”. Prendo in prestito da Valentino Bompiani, editore, scrittore e drammaturgo italiano, questa bellissima citazione per aprire l’ultima puntata del nostro Salotto, nella quale parleremo di editoria. E, appunto, non quella dei quotidiani o delle riviste, ma dei libri. Lo facciamo con due autorità polesane che da decenni se ne occupano: Marco Munaro della casa editrice Il Ponte del Sale, specializzata in raccolte di poesie, e Paolo Spinello, della Apogeo, più legata alla saggistica e alla narrativa. Partiamo, allora, da questo oggetto “geometrico”. “Per me il libro è uno scrigno di conoscenze e di bellezza - esordisce Munaro - la sua storia è millenaria. Oggi tutto cambia, ma il libro, come oggetto e strumento messo a fuoco dall’uomo, resterà”. Nonostante i social e il digitale? “La poesia circola anche lì, perché è breve. Ma la poesia va rilet¬ta, non solo letta: è memoria. I messaggi online sono sostituiti subito. Il libro, nella sua materialità, non si cancella. Quando si brucia un libro si brucia l’umano”.