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10 Curiosità Divertenti su Gabriele D’Annunzio


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Gabriele D'Annunzio non fu solo uno dei più grandi scrittori italiani del XX secolo, ma anche un personaggio eccentrico e poliedrico che ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura italiana.
Poeta, romanziere, drammaturgo, militare e persino "principe" di una città-stato, D'Annunzio visse una vita al limite dell'incredibile. Scopriamo insieme dieci curiosità sorprendenti che rivelano aspetti inediti e affascinanti della sua straordinaria esistenza.
Oltre il Mito: Il D'Annunzio che Non Ti Aspetti
1. IL RE DEL MARKETING PERSONALE
D'Annunzio fu un maestro dell'autopromozione, un precursore delle moderne tecniche pubblicitarie. Arrivò a diffondere false notizie sulla propria morte per aumentare le vendite dei suoi libri e l'interesse del pubblico verso la sua persona. Nel 1922 inscenò persino una caduta dalla finestra del Vittoriale, che descrisse poi come un "volo dell'arcangelo", trasformando un banale incidente domestico in un evento mistico-letterario.
La sua abilità nel creare eventi mediatici era leggendaria: quando pubblicava un nuovo libro, organizzava vere e proprie campagne promozionali con manifesti, interviste e apparizioni pubbliche studiate nei minimi dettagli. Per il lancio del romanzo "Il Fuoco", fece spargere la voce che fosse basato sulla sua relazione con la famosa attrice Eleonora Duse, causando uno scandalo che si tradusse in vendite straordinarie.
2. IL COLLEZIONISTA DI DENTI E ALTRI CIMELI MACABRI
Tra le sue stranezze più bizzarre, conservava i denti che gli cadevano o che gli venivano estratti, sistemandoli in piccole scatole di velluto con tanto di data dell'estrazione e talvolta brevi poesie dedicate all'evento. Ma la sua passione per i cimeli macabri non si fermava qui: collezionava ciocche di capelli delle sue amanti, guanti femminili, fazzoletti con tracce di profumo e persino lenzuola "testimoni" di notti d'amore particolarmente memorabili.
Al Vittoriale degli Italiani, sua residenza sul Lago di Garda, aveva creato una vera e propria "stanza dei ricordi" dove conservava questi oggetti insieme a reliquie di guerra e cimeli storici. Tra gli oggetti più strani c'era una mano mummificata che sosteneva appartenesse a un eroe risorgimentale e che usava come fermacarte sulla scrivania.
3. L'INVENTORE DI PAROLE CHE USIAMO OGNI GIORNO
Il suo contributo alla lingua italiana è stato enorme e spesso sottovalutato. Molte parole che usiamo quotidianamente sono state inventate da lui: "velivolo" per indicare gli aeroplani, "tramezzino" per il sandwich, "fusoliera" per la parte centrale degli aerei e persino "scudetto" nel gergo calcistico sono creazioni dannunziane.
Scopri tutte le parole che gli scrittori italiani hanno inventato (D'Annunzio e non solo)!
Anche espressioni come "la bella morte", "il vivere inimitabile" e "il vivere pericolosamente" sono entrate nel linguaggio comune grazie a lui. D'Annunzio creava neologismi con una facilità sorprendente, mescolando termini arcaici, dialettali e inventando nuove combinazioni.
Durante il periodo di Fiume, quando governò la città come un principato personale, arrivò persino a creare un vocabolario ufficiale per la sua "città ideale", con termini che mescolavano italiano, dialetti locali e parole inventate di sana pianta.
4. IL DONGIOVANNI INSTANCABILE E LE SUE TECNICHE DI SEDUZIONE
Nonostante fosse di bassa statura (appena 1,64 m), calvo precocemente e non particolarmente avvenente, ebbe una vita amorosa leggendaria con centinaia di amanti documentate e probabilmente molte altre rimaste segrete. Il suo segreto? Una straordinaria eloquenza e la capacità di scrivere lettere d'amore indimenticabili.
Aveva sviluppato tecniche di seduzione uniche: profumava la sua carta da lettere con essenze create appositamente per ogni donna, studiava attentamente i gusti letterari delle sue "prede" per citare nei suoi approcci i loro autori preferiti, e si informava minuziosamente sulle loro abitudini prima di incontrarle per apparire "telepaticamente" in sintonia con loro.
Teneva un dettagliato "registro delle conquiste" dove annotava non solo i nomi delle sue amanti ma anche particolari intimi, preferenze e valutazioni delle performance. Questo documento, parzialmente conservato negli archivi del Vittoriale, è stato definito da alcuni studiosi come "l'enciclopedia erotica della Belle Époque italiana".
5. L'INDEBITATO CRONICO E LE SUE STRATEGIE DI SOPRAVVIVENZA
La sua vita lussuosa lo portò a contrarre debiti enormi che lo costrinsero a fuggire in Francia per evitare la prigione per insolvenza. Per sfuggire ai creditori, trasferiva i suoi preziosissimi mobili di notte da una villa all'altra, come un nomade dell'alta società.
Sviluppò tecniche elaborate per evitare gli ufficiali giudiziari: aveva addestrato i suoi servitori a riconoscerli e a ritardarne l'ingresso con scuse fantasiose mentre lui fuggiva da uscite segrete. In alcune delle sue residenze aveva fatto costruire passaggi nascosti e stanze segrete proprio per questo scopo.
Il suo rapporto con il denaro era paradossale: spendeva fortune per oggetti d'arte, libri rari e regali per le amanti, ma poi poteva litigare ferocemente per pochi centesimi con i commercianti. Si racconta che una volta, a Parigi, dopo aver acquistato un servizio di piatti d'argento costosissimo, si rifiutò di pagare la corsa del taxi che lo aveva portato dal gioielliere perché la riteneva eccessiva di qualche franco.
6. LO STILE DI VITA "INIMITABILE" E I RITUALI AL VITTORIALE
Al Vittoriale, sua dimora sul Lago di Garda, viveva come un antico romano con tanto di toga, si faceva chiamare "Principe di Montenevoso" e pretendeva che i servitori camminassero chinati per non essere più alti di lui. La sua giornata seguiva rituali rigidissimi e bizzarri.
Si svegliava all'alba e faceva suonare una tromba militare per annunciare il suo risveglio. Faceva colazione con latte di asina che doveva essere munto davanti ai suoi occhi, seguita da frutta disposta secondo precisi schemi cromatici. Lavorava sempre in piedi a un leggio, con accanto una collezione di teschi umani che usava come "ispiratori".
Le stanze della villa erano mantenute in condizioni particolari: alcune dovevano essere sempre gelide, altre surriscaldate. In una teneva centinaia di uccellini in gabbie dorate che venivano liberati durante le visite di ospiti femminili per creare quello che lui chiamava "l'effetto Paradiso".
Per combattere l'insonnia, aveva sviluppato un complesso rituale che coinvolgeva bagni in acqua ghiacciata seguiti da massaggi con oli profumati, lettura di testi sacri in sanscrito (lingua che non conosceva ma amava per il suono) e infine l'assunzione di una miscela di erbe il cui ricettario rimane segreto negli archivi del Vittoriale.
7. IL COMANDANTE-POETA E LA REPUBBLICA DI FIUME
Durante l'occupazione di Fiume (oggi Rijeka, in Croazia) nel 1919-1920, guidava la città vestito con uniformi teatrali di sua creazione e scriveva costituzioni poetiche più che pratiche. Il suo governo includeva rituali quotidiani come concerti all'alba e poesie recitate dagli altoparlanti pubblici.
La "Carta del Carnaro", la costituzione che scrisse per Fiume, è considerata uno dei documenti politici più bizzarri e avanguardistici della storia: prevedeva la musica come "principio religioso e sociale dello stato", l'abolizione del servizio militare sostituito da esercitazioni ginniche collettive e la proprietà collettiva dei terreni costieri per garantire a tutti "la contemplazione della bellezza marina".
Durante il suo regno, le sentinelle dovevano salutare non con formule militari ma recitando versi di poeti italiani. I passaporti della "Reggenza del Carnaro" (come ribattezzò Fiume) erano decorati con simboli astrologici e frasi in latino antico. Le sedute del consiglio cittadino iniziavano con letture di poesie e si concludevano con concerti di musica classica.
8. IL SUPERSTIZIOSO E I SUOI RITUALI SCARAMANTICI
Era estremamente superstizioso: aveva paura del numero 13, non accettava mai appuntamenti di martedì e venerdì, e aveva circondato il Vittoriale di simboli scaramantici. Prima di ogni impresa importante, consultava astrologi, chiromanti e medium.
Aveva una collezione di amuleti che portava sempre con sé, incluso un frammento di meteorite incastonato in un anello d'oro che considerava la fonte del suo genio poetico. Durante la scrittura, seguiva rituali elaborati: usava solo penne d'oca intinte in inchiostri di colori diversi a seconda del genere letterario, e posizionava sulla scrivania oggetti simbolici relativi al tema dell'opera.
Al Vittoriale aveva fatto costruire una stanza completamente rivestita di specchi che usava per quella che chiamava "meditazione moltiplicata", convinto che i suoi riflessi infiniti amplificassero la sua energia creativa. Per proteggere la casa dalle influenze negative, aveva sepolto talismani nei punti cardinali del giardino e piantato specifiche essenze arboree secondo schemi esoterici.
Prima dei voli aerei o delle imprese belliche, si sottoponeva a elaborati rituali purificatori che includevano digiuni, preghiere a divinità pagane e la recitazione di formule magiche che aveva personalmente composto mescolando latino, greco antico e lingue inventate.
9. L'AMANTE DEGLI ANIMALI ESOTICI E IL SUO ZOO PRIVATO
Nel suo parco personale al Vittoriale teneva leoni, pantere, tartarughe giganti e persino un ippopotamo nella piscina. I suoi animali preferiti erano però i levrieri, che vestiva con collari gioiello e per i quali organizzava feste di compleanno con torte di carne cruda decorate di fiori.
Aveva fatto costruire per i suoi amati levrieri una "residenza canina" con letti a baldacchino, specchi e persino un grammofono che suonava musica classica "per l'educazione musicale dei cani".
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Learn Italian with LearnAmo - Impariamo l'italiano insieme!By Graziana Filomeno - italiano online

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