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Prima che la Russia diventasse Unione Sovietica, era un impero immobile e vastissimo. Un colosso agricolo governato da uno zar assoluto, affacciato sul Novecento con gli occhi ancora rivolti al Medioevo.
In questa lezione ripercorriamo le tensioni che attraversano l’impero zarista nei primi anni del secolo: un paese formalmente potente, in realtà fragile, che inciampa nella sconfitta contro il Giappone — un’umiliazione bruciante che smaschera la sua arretratezza e ne apre le vene interne.
Da qui prende forma il terremoto del 1905: scioperi, rivolte, repressioni, e per la prima volta un’embrionale apertura politica con la nascita della Duma. Ma dietro le apparenze di un cambiamento, si celano fragili concessioni e violente restaurazioni.
Intorno a questo crinale si fronteggiano due visioni del futuro: gli occidentalisti, che sognano una Russia industriale e liberale, sulle orme delle democrazie europee; e gli slavofili, che immaginano un ritorno alle comunità agricole, autosufficienti e solidali.
E poi ci sono i marxisti, che spingono per la rivoluzione e preparano, nell’ombra, la presa del potere. È qui che si formano i primi soviet, che presto sfideranno la legittimità dello Stato, e cominciano a parlare a nome del popolo in un modo nuovo, diretto, infuocato.
Una lezione che attraversa storia, geografia, ideologia. E che ci costringe a porci la domanda di sempre: che cos’è il potere, e chi ha davvero il diritto di esercitarlo?
By Stefano D'AmbrosioPrima che la Russia diventasse Unione Sovietica, era un impero immobile e vastissimo. Un colosso agricolo governato da uno zar assoluto, affacciato sul Novecento con gli occhi ancora rivolti al Medioevo.
In questa lezione ripercorriamo le tensioni che attraversano l’impero zarista nei primi anni del secolo: un paese formalmente potente, in realtà fragile, che inciampa nella sconfitta contro il Giappone — un’umiliazione bruciante che smaschera la sua arretratezza e ne apre le vene interne.
Da qui prende forma il terremoto del 1905: scioperi, rivolte, repressioni, e per la prima volta un’embrionale apertura politica con la nascita della Duma. Ma dietro le apparenze di un cambiamento, si celano fragili concessioni e violente restaurazioni.
Intorno a questo crinale si fronteggiano due visioni del futuro: gli occidentalisti, che sognano una Russia industriale e liberale, sulle orme delle democrazie europee; e gli slavofili, che immaginano un ritorno alle comunità agricole, autosufficienti e solidali.
E poi ci sono i marxisti, che spingono per la rivoluzione e preparano, nell’ombra, la presa del potere. È qui che si formano i primi soviet, che presto sfideranno la legittimità dello Stato, e cominciano a parlare a nome del popolo in un modo nuovo, diretto, infuocato.
Una lezione che attraversa storia, geografia, ideologia. E che ci costringe a porci la domanda di sempre: che cos’è il potere, e chi ha davvero il diritto di esercitarlo?

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