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In questa puntata ti parlo della mia esperienza inziale con la developer beta iPadOS 26.
Come sempre, se ti è piaciuto quel che hai letto, ascoltato o visto e non l’hai già fatto, ti suggerisco di iscriverti alla mia newsletter.
Ti avvertirò dei nuovi articoli che pubblico (oltre ai podcast e video su YouTube) e, mensilmente, ti segnalerò articoli che ho raccolto nel corso del mese ed ho trovato interessanti.
Qui trovi la registrazione in video della puntata non editata.
Ti ricordo che la sinossi è generata dalla IA in particolare usando la trascrizione del podcast con l’app Transcriber dell’amico Alex Raccuglia che trovi le sue tante applicazioni su Ulti.media e NotebookLM.
Filippo ha iniziato i suoi test su iPadOS 26, e come al solito ha scelto di partire con la developer beta, quella per gli sviluppatori, anziché aspettare la beta pubblica. Al momento della registrazione, si trovava sulla beta 2, ma avverte che queste versioni iniziali sono ancora molto "grezze" e le cose possono cambiare parecchio. I test avvengono sul suo iPad Pro da 13 pollici del 2018, un dispositivo che a novembre compirà 7 anni e che ha solo 4GB di RAM. Per via di questa configurazione, il suo iPad non è compatibile con Apple Intelligence. La versione finale di iPadOS e iOS dovrebbe uscire a inizio settembre.
Prima di queste novità, Filippo ha sempre "abbracciato i limiti" dell'iPad, usandolo principalmente come strumento monotask, cioè con una sola applicazione aperta per volta. Per le esigenze veloci, usava Slide Over per le app "companion", come Gladys, un comodo clipboard manager per iPadOS e iOS. Gladys gli permette di salvare link, testo e immagini e di sincronizzarli con altri dispositivi, superando l'assenza di un clipboard manager nativo su iPadOS. Usa la Split View in modo residuale, affiancando due app (solitamente 50% o 1/3-2/3). Per superare i limiti di iPadOS, spesso si collega in remoto al suo Mac usando Secure Shellfish per l'accesso SSH o Screen 4 per il VNC. Non ha mai amato né usato Stage Manager. Per lui, l'iPad Pro è soprattutto uno strumento di consumo (lettura e video), meno per scrivere o lavorare seriamente. Preferisce il suo MacBook Air M4 per il lavoro vero e proprio, avendolo acquistato proprio per sostituire l'iPad Pro, dato che oggi la durata della batteria dei Mac è simile a quella degli iPad.
La novità più importante di iPadOS 26 è il nuovo sistema di gestione delle finestre, che rimpiazza quasi del tutto le modalità precedenti. Ci sono tre opzioni principali:
Alla fine della puntata, Filippo si interroga sul solito dilemma: l'iPad è un computer? La sua risposta personale è un deciso "No". Sostiene che se per workflow molto semplici può essere un sì, per utenti "pro" che vogliono spremere l'iPad al massimo è più una sfida divertente. Nonostante ami l'iPad e lo usi quotidianamente per cose come l'editing del suo podcast, disegnare, leggere o guardare video, non lo considera più il suo strumento principale per il lavoro serio. Preferisce il MacBook Air per l'alta portabilità e per compiti più complessi. Tra i limiti persistenti di iPadOS, menziona l'assenza di una multi-utenza. Critica la scarsa lungimiranza di Apple e il fatto che il loro "giardino dorato" stia diventando un blocco per l'innovazione, rendendo l'iPad in parte "castrato" dalle limitazioni software. Secondo lui, iPadOS andrebbe ripensato, perché non è un "grosso telefono".
In questa puntata ti parlo della mia esperienza inziale con la developer beta iPadOS 26.
Come sempre, se ti è piaciuto quel che hai letto, ascoltato o visto e non l’hai già fatto, ti suggerisco di iscriverti alla mia newsletter.
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Qui trovi la registrazione in video della puntata non editata.
Ti ricordo che la sinossi è generata dalla IA in particolare usando la trascrizione del podcast con l’app Transcriber dell’amico Alex Raccuglia che trovi le sue tante applicazioni su Ulti.media e NotebookLM.
Filippo ha iniziato i suoi test su iPadOS 26, e come al solito ha scelto di partire con la developer beta, quella per gli sviluppatori, anziché aspettare la beta pubblica. Al momento della registrazione, si trovava sulla beta 2, ma avverte che queste versioni iniziali sono ancora molto "grezze" e le cose possono cambiare parecchio. I test avvengono sul suo iPad Pro da 13 pollici del 2018, un dispositivo che a novembre compirà 7 anni e che ha solo 4GB di RAM. Per via di questa configurazione, il suo iPad non è compatibile con Apple Intelligence. La versione finale di iPadOS e iOS dovrebbe uscire a inizio settembre.
Prima di queste novità, Filippo ha sempre "abbracciato i limiti" dell'iPad, usandolo principalmente come strumento monotask, cioè con una sola applicazione aperta per volta. Per le esigenze veloci, usava Slide Over per le app "companion", come Gladys, un comodo clipboard manager per iPadOS e iOS. Gladys gli permette di salvare link, testo e immagini e di sincronizzarli con altri dispositivi, superando l'assenza di un clipboard manager nativo su iPadOS. Usa la Split View in modo residuale, affiancando due app (solitamente 50% o 1/3-2/3). Per superare i limiti di iPadOS, spesso si collega in remoto al suo Mac usando Secure Shellfish per l'accesso SSH o Screen 4 per il VNC. Non ha mai amato né usato Stage Manager. Per lui, l'iPad Pro è soprattutto uno strumento di consumo (lettura e video), meno per scrivere o lavorare seriamente. Preferisce il suo MacBook Air M4 per il lavoro vero e proprio, avendolo acquistato proprio per sostituire l'iPad Pro, dato che oggi la durata della batteria dei Mac è simile a quella degli iPad.
La novità più importante di iPadOS 26 è il nuovo sistema di gestione delle finestre, che rimpiazza quasi del tutto le modalità precedenti. Ci sono tre opzioni principali:
Alla fine della puntata, Filippo si interroga sul solito dilemma: l'iPad è un computer? La sua risposta personale è un deciso "No". Sostiene che se per workflow molto semplici può essere un sì, per utenti "pro" che vogliono spremere l'iPad al massimo è più una sfida divertente. Nonostante ami l'iPad e lo usi quotidianamente per cose come l'editing del suo podcast, disegnare, leggere o guardare video, non lo considera più il suo strumento principale per il lavoro serio. Preferisce il MacBook Air per l'alta portabilità e per compiti più complessi. Tra i limiti persistenti di iPadOS, menziona l'assenza di una multi-utenza. Critica la scarsa lungimiranza di Apple e il fatto che il loro "giardino dorato" stia diventando un blocco per l'innovazione, rendendo l'iPad in parte "castrato" dalle limitazioni software. Secondo lui, iPadOS andrebbe ripensato, perché non è un "grosso telefono".
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