di Riccardo Gazzaniga
Non solo Tommie Smith e John Carlos. Le Olimpiadi messicane sono passate alla storia per le imprese di tanti altri atleti. Su tutti Bob Beamon, l'uomo che il 18 ottobre del 1968 vede il fulmine e nel salto in lungo strabilia il mondo con un volo incredibile. Nel salto in alto, invece, Dick Fosbury non riesce a battere il record mondiale, ma il suo impatto sarà ancora più rivoluzionario, cambiando per sempre quella disciplina.
Oltre a Smith e Carlos, c'è qualcun altro che si fa notare non solo per i risultati sportivi, ma anche per un gesto di protesta forse ancor più clamoroso di quello dei velocisti americani. E' la ginnasta ceca Věra Čáslavská, capace di vincere 4 ori, 1 argento, e di esprimere sul podio un clamoroso dissenso nei confronti dell'Unione Sovietica, per il modo in cui ha soffocato nel sangue la Primavera di Praga.
Negli ultimi giorni dei giochi, a mettersi in luce è invece un giovane pugile dalla potenza terrificante: George Foreman schianta gli avversari sognando di diventare il nuovo Alì, ignaro che sarà proprio Alì a segnare in maniera indelebile il suo destino. Già, perché la chiusura delle Olimpiadi è solo un passaggio, e non il capitolo finale nella storia di tutti i personaggi di questa storia.
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