Prendiamoci una pausa nel folle tumulto della nostra vita. Dimentichiamo per qualche minuto le molte preoccupazioni che ci turbano. Facciamo una visita a una cattedrale medievale.

Non è solo il Conservatorio ma l’icona, il cuore e la memoria, di una città che da secoli lega indissolubilmente il suo nome alla Musica. Parliamo della prestigiosa istituzione partenopea intitolata a San Pietro a Majella, racchiusa nello splendido scrigno architettonico del Monastero dei Padri Celestini.

Di Giotto di solito si mette in risalto il suo carattere innovativo, perfino rivoluzionario. Si dice che egli ruppe con la tradizione artistica medievale, introducendo la dimensione “umana” in un’arte pittorica fino a quel momento statica e ieratica, di matrice essenzialmente bizantina.

Il periodo ideale per visitare la Sicilia può essere quello delle feste religiose. Così come è possibile gustare alcune specialità preparate dalle religiose. Ma i capolavori sacri si nascondono ad ogni angolo di strada.

La Casa dei Carraresi a Treviso ospita fino alla metà di aprile un’imponente selezione di opere di grandi pittori vedutisti che testimoniano il grande amore che la splendida città di Venezia ha suscitato e suscita tuttora nel cuore degli amanti del bello.

Andiamo alla veloce scoperta della verità storica sul presunto libertinaggio e anche sul laicismo ante litteram che avrebbero caratterizzato la politica e la società della Serenissima.

Ravenna conserva le spoglie mortali del più grande poeta di tutti i tempi. Ma il “ghibellin fuggiasco” non ebbe requie neppure dopo la morte…

Alla scoperta di un mondo che si potrebbe pensare del passato, e invece tutt’oggi più vivo che mai. Perché la ricerca di Dio è sempre la più attuale delle esigenze di ogni uomo.

I francesi rivoluzionari, sostenuti dai democratici italiani, non potevano certo lasciare intatta Venezia nella loro furia saccheggiatrice e distruttiva. Ma qui arrivarono perfino a rubare la quadriga di San Marco e a distruggere per puro sfregio il Bucintoro.

San Giovanni Bosco durante la sua ventesima e ultima permanenza nell’Urbe, dal 30 aprile al 18 maggio 1887, in occasione della dedicazione del Tempio del Sacro Cuore di Gesù, risiedette in alcune piccole stanze site al di dietro della basilica, nell’attuale zona Termini, affettuosamente chiamate “Camerette di Don Bosco”.