La stanza-santuario di san Giuseppe Benedetto Labre) si trova a Roma, Rione Monti, via dei Serpenti 2, nella Casa ora abitata dalle Volontarie del Movimento Pro Sanctitate.

Ci sembra interessante far conoscere qualcosa sulle origini del tradizionale elemento natalizio, certamente meno importante del presepio, ma che tanto contribuisce ad abbellire i focolari e a rendere più gradevole l’ambiente della vita familiare, in questo periodo in cui un anno si chiude e un altro si apre. È l’albero di Natale.

La stanza dove san Leonardo morì fu completamente smontata e rimontata in un’altra area del monastero, alla fine del 1800, quando venne distrutta parte del convento. La stanza in realtà non è la cella in cui il Santo visse, che purtroppo è stata demolita, bensì l’infermeria. Per questo motivo essa è più grande e più alta rispetto alle celle personali dei frati, per permettere a più persone di entrare.

Le stanze romane di san Carlo da Sezze (1613-1670), il Santo stigmatizzato per aver ricevuto una ferita al cuore da un raggio partito dall’Eucaristia mentre assisteva alla Santa Messa, si trovano presso il convento di San Francesco a Ripa in Trastevere, nei pressi della Chiesa di San Francesco a Ripa, in Piazza S. Francesco d’Assisi, n. 88.

La vicenda biografica di Giovanni Leonardi è legata a molti luoghi geografici, ma è a Roma che il sant’uomo terminò la propria missione, nelle stanze ove visse nell’ultimo periodo della sua vita presso l’antica Chiesa di Santa Maria in Portico.

Ubicate nell’Antico Palazzo Torres, dietro la Chiesa di San Pantaleo, le stanze di san Giuseppe Calasanzio (1557-1648) racchiudono in tutta la loro semplicità una stupenda attrazione per questo grande santo. Impressiona fortemente come la sua camera personale sia piccola, spoglia, povera e semplice, priva pure di un ufficio in più per ricevere le visite.

Nella chiesa di Santa Maria Maddalena ancora oggi è possibile ricostruire la vita eccezionale di Camillo de Lellis, patrono di tutti gli ospedali e di tutti gli infermi e della sanità militare italiana, che continua a generare vocazioni e opere di misericordia in tutto il mondo.

Le “cappellette” o “stanze” di San Luigi Gonzaga sono dense di spiritualità, arte e cultura e, anche per non essere facilmente accessibili, sono poco note ai romani stessi.

Felice Porro, nato a Cantalice (Rieti) nel 1515 e morto a Roma il 18 maggio 1587, giunse nella città eterna nel 1547, e si stabilì nel convento di San Bonaventura (attualmente Santa Croce dei Lucchesi, sotto il Quirinale), dove nei rimanenti quarant'anni della sua vita questuò pane e vino per i suoi confratelli rispondendo sempre con il suo famoso “Deo Gratias”.

Stanislao Kostka è un santo un po’ in disparte, per così dire, la cui storia particolare è però custodita intatta nella Chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, in perfetto stile barocco.