In questo episodio esploriamo le profondità dimenticate dell’astrologia tradizionale, per ristabilire un simbolo spesso travisato dalla modernità: la Quarta Casa.
Molti, confondendo segno zodiacale e funzione astrologica, attribuiscono alla Quarta Casa il ruolo materno in quanto associata al segno del Cancro, governato dalla Luna. Ma questa è una sovrapposizione errata. La Quarta Casa non è un segno, è un luogo. È l’Imum Coeli, il punto più profondo del cielo astrologico, la radice invisibile da cui prende forma l’identità.
Questo luogo non racconta la madre che nutre, ma il padre che nomina. Non descrive un affetto, ma un principio strutturante. È la camera oscura dove l’essere riceve legittimazione, dove la genealogia si iscrive come legge e non come sentimento.
Nella cosmologia antica, dalla tradizione greco-egizia a quella arabo-medievale, la Quarta Casa è sempre stata associata al padre. Non all’uomo, ma al principio ordinatore. È l’asse verticale che fonda il tempo e sostiene il significato. Il padre, in questo contesto, non è chi ama: è chi autorizza. È colui che dice “tu puoi restare”, anche nel silenzio.
Questo episodio attraversa simboli, testi antichi e tradizioni sapienziali per restituire dignità alla struttura invisibile dell’identità. Analizziamo le ferite che emergono quando questa radice è spezzata e il modo in cui l’astrologo, nel consulto, può operare non come interprete, ma come restauratore del Nome perduto.
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