“L’attuale società tecno-mercantile, estrema espressione di un lungo ciclo storico, profondamente ambiguo, è caratterizzata da una produzione illimitata di oggetti, di libri, di attrezzi vari, di agglomerati urbani, di musica, di discorsi politici, di eventi culturali, di edifici scolastici, di ospedali, di chiese, di programmi televisivi, di comunicazione telematica sempre più brutti”.
Così scrive Marco Guzzi nella prefazione del libro “Il bello, la musica e il potere”, in cui Antonello Cresti e Roberto Michelangelo Giordi si interrogano sul rapporto tra l’attuale regime neoliberista e la produzione artistica. Byoblu li ha intervistati.