Per Radio Leopolda, affrontiamo nuovamente il tema dei colloqui intimi per chi è carcerato, un diritto riconosciuto più di un anno fa dalla sentenza n. 10/24 della Corte Costituzionale. Ne parliamo con un’interlocutrice che è già intervenuta su Radio Leopolda, l’avvocato Pina di Credico, che si è battuta con professionalità e umanità affinché questo diritto fosse riconosciuto ad un suo assistito detenuto nel carcere di Parma in regime di alta sicurezza. Pina di Credico ha dovuto confrontarsi con un’Amministrazione Penitenziaria (DAP) decisamente ostile, che ha frapposto mille ostacoli all’esercizio di un diritto – quello dell’affettività - riconosciuto in tutta Europa. Delle tappe di quello che io definisco una sorta di “corpo a corpo” ingaggiato dall’avv. Di Credico ne abbiamo parlato nelle puntate precedenti. Ora arriviamo all’ultimo confronto, all’ultima tappa: nei giorni scorsi, infatti, il Tribunale di Sorveglianza di Bologna, raggiunto da un reclamo del DAP avverso all’ordinanza dell’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia che consentiva al detenuto di effettuare i colloqui intimi con la moglie senza la sorveglianza della Polizia penitenziaria, ha respinto questo reclamo. Il detenuto, in carcere da 13 anni con una condotta irreprensibile, potrà dunque incontrarsi in intimità con la propria consorte.