La salute mentale in carcere. Conversazione con il Dott. Danilo Montinaro, psichiatra, ex dirigente medico della ASL di Chieti. Dove sono finiti gli psichiatri? Perché si fa un uso smodato di psicofarmaci? Dove sono le strutture di prossimità previste dalla Legge Basaglia per fare prevenzione e cura? A queste domande risponde il Dott. Montinaro che ha salvato tante persone dai manicomi e dagli Ospedali psichiatrici giudiziari.

Un’altra che ce l’ha fatta! La conversazione di oggi è con Stefania. Anche lei, come Marina (che abbiamo ascoltato nella puntata precedente), è un’ex detenuta della Casa Circondariale di Torino “Le Vallette”, ora in affidamento all’esterno per un tirocinio come sarta. Stefania ci racconta com’era la vita “dentro” e le difficoltà per trovare una strada “fuori”. Anche lei non dimentica “le ragazze di Torino che sono ancora in carcere” e che nelle lettere che ci scrivono salutano sempre con “un abbraccio prigioniero”.
Proprio in queste ore ho ricevuto via email la lettera di Paola (la scrivana del femminile) che mi esprime la solidarietà sua e di tutte le altre dopo la puntata di Report dell’8 marzo. “Siamo tutte al tuo fianco”, scrive, “il fango mediatico non può coprire la tua, la vostra serietà.”

La conversazione di questa settimana è con Marina, ex detenuta della Casa Circondariale di Torino “Le Vallette”, ora in affidamento al lavoro. Esordisce ringraziando Roberto Giachetti per l’impegno concreto sul fronte dell’esecuzione penale. È lei a raccontare cos’è il carcere e cosa succede in quel mondo chiuso alla società esterna. Parla delle opportunità che le sono state offerte (ma non per tutte le detenute è così) e che lei ha saputo e voluto cogliere. Marina oggi, oltre a lavorare, sta completando gli studi universitari. Fa parte del gruppo “le ragazze di Torino”, quelle che ogni volta che ci scrivono dalle Vallette parlano del loro impegno nonviolento e ci salutano con “un abbraccio prigioniero”. Marina attende di abbracciarle tutte, fuori da quei cancelli.

Michele Pellecchia è morto. Si tratta di suicidio o è accaduto altro? Rita Bernardini intervista Emilia Baldassara, moglie del cinquantenne deceduto il 25 febbraio 2023 nel carcere di Taranto e l’avvocato Carlo Brigida, suo difensore.

È una storia di amicizia e di riscatto quella di Claudio Bottan e Simona Anedda. Claudio è un imprenditore ed ex detenuto ancora in esecuzione pena (ma all’esterno del carcere), Simona è una donna intraprendente e coraggiosa che ad un certo punto della sua vita ha dovuto fare i conti con la disabilità a causa della sclerosi multipla. Le loro vite si sono incontrate e oggi Claudio e Simona aiutano chi è ristretto in un penitenziario a far tesoro del tempo della privazione della libertà per trovare le risorse (soprattutto di forza interiore) in grando di consentire alla persona detenuta di reinserirsi nella società una volta finita di scontare la pena. Sovente le carceri sono, invece, i luoghi mortiferi del tempo morto, contro ogni legge vigente che riguardi i diritti umani fondamentali.

Conversazione con il Segretario di Nessuno Tocchi Caino Sergio D’elia sull’imminente viaggio nelle carceri toscane. Cosa significa il “viaggio della speranza, visitare i carcerati” che NTC porta avanti da molti anni. I risvolti di un impegno che ha contrassegnato la vita del leader radicale Marco Pannella.
[dal 14 al 28 aprile, con l’Osservatorio Carceri delle Camere Penali e la Fondazione Internazionale Enzo Tortora, saranno visitati gli istituti penitenziari di Firenze, Arezzo, Pisa, Livorno, Massa, Lucca, Porto Azzurro, Pistoia, Prato, Siena e Grosseto]

L’esecuzione penale per gli stranieri in Italia: carcere e pene e misure alternative. Rita Bernardini intervista il Prof. Emilio Santoro, Ordinario di Filosofia del Diritto all’Università di Firenze, direttore della testata online “Altro Diritto”. Gli stranieri residenti in Italia rappresentano il 10% della popolazione; gli stranieri incarcerati sono però il 31,2% del totale dei detenuti. Quanto agli adulti in area penale esterna, questi al 31 marzo erano in tutto 151.930: 122.706 italiani e 29.224 stranieri.

Conversazione con il Prof. Gian Luigi Gatta, Ordinario di Diritto penale nell'Università degli Studi di Milano. Si discute di sovraffollamento penitenziario italiano alla luce del recente rapporto del CPT (Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura).

In questa puntata parliamo di lavoro in carcere con l’ex Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo. Ne parliamo alla luce della proposta avanzata alcuni giorni fa dal Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e così riassunta dal quotidiano Il Messaggero: “Bonus alle ditte che assumono i detenuti. Ostellari: “Serve a non farli tornare a delinquere”. Ma cosa non ha funzionato finora se solo 17.000 detenuti su 56.000 lavorano e se solo meno di mille di loro svolgono un lavoro qualificante alle dipendenze di una ditta esterna? Cosa si può fare per impegnare i detenuti in lavorazioni spendibili una volta scarcerati?

Rita Bernardini intervista l’avvocato Fabio Barbieri (civilista) dopo la visita al carcere Marassi di Genova. Eh sì, occorre proprio guardarli negli occhi i detenuti “ospitati” nelle illegali carceri italiane!