Share Comunicazione relazionale e non verbale
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By Sergio Omassi | Formatore e Life Coach
The podcast currently has 31 episodes available.
Nello scorso episodio audio abbiamo visto cosa significa, in determinati contesti, il raschiamento della gola e ti ho sottolineato che si tratta di un segnale non verbale eiettivo, ovvero che tende a buttare fuori qualcosa.
Oggi vediamo insieme la deglutizione, un segnale del corpo che è localizzato nella gola, come il raschiamento, ma anziché essere "eiettivo" è "introiettivo", perché porta dentro qualcosa, che è la saliva.
Buon ascolto!
Forse non hai mai fatto caso a quante volte tu o il tuo interlocutore emettete un raschiamento della gola durante una conversazione. A volte lo emettiamo anche da soli, semplicemente mentre stiamo pensando a qualcosa e il più delle volte non ci si fa proprio caso, ma ha spesso un significato emozionale.
A volte è utile per schiarirsi la voce, soprattutto quando ci si è svegliati da poco e sono passate ore dall’ultima parola che hai detto, ma in determinate circostanze è un vero e proprio segnale emotivo, dettato dal nostro inconscio e porta con sé un significato piuttosto interessante, che è utile conoscere.
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MUSICA DI SOTTOFONDO:
Marxist Arrow di Twin Musicom - brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Artista: http://www.twinmusicom.org/
Purtroppo, nella nostra cultura - e in generale in tutte le culture occidentali - c’è da sempre uno scarso interesse riguardo al fatto che ogni giorno, in ogni luogo del mondo in cui esistono interazioni tra esseri umani, il linguaggio del corpo continua a essere una forma di comunicazione, seppur ormai si muova sotto la soglia della nostra coscienza.
Anche chi non è in grado di decifrare i vari atti corporei perché non ne ha le chiavi di lettura, può accorgersi di quanto il corpo di ognuno di noi sia in costante movimento, sia quando interagiamo con gli altri, sia quando siamo da soli e pensiamo tra noi e noi.
Il linguaggio del corpo di un essere umano ha parecchie sfumature, che vanno dalle microespressioni del volto alla gestualità reiterata, dai pruriti che ci costringono a grattare determinate zone del corpo, alla gestione dello spazio prossemico e, ancora, dalle posture ai toni, ai volumi e ai ritmi del nostro modo di parlare.
Ma perché è utile conoscerlo e saperlo leggere su noi stessi e sugli altri?
Te ne parlo in questo episodio.
Buon ascolto!
Nel 1992 uscì un libro che in trent’anni è arrivato a 11 milioni di copie vendute e si è guadagnato il titolo di New York Times Best Seller.
A scriverlo fu Gary Chapman, autore, conferenziere e Counselor, specializzato in relazioni e si intitola “I cinque linguaggi dell’amore”.
In questo libro, Chapman parla di cinque comportamenti fondamentali che ognuno dei due partner dovrebbe offrire per far funzionale al meglio il legame.
Trattandosi di “linguaggi”, si evince che ognuno di noi, sul piano inconscio, ne promuove soprattutto uno e che non sempre è esattamente lo stesso che parla e che capisce il partner, quindi, in mancanza di un’apertura mentale e di una buona consapevolezza, può succedere, e spesso succede che, parlando linguaggi diversi, la coppia incontri delle difficoltà sul piano della comunicazione.
In questo episodio vediamo brevemente questi 5 linguaggi, anche se ti consiglio di leggere il suo libro, e mi permetto di aggiungerne un sesto, tremendamente sottovalutato ma, a mio avviso, fondamentale per poter utilizzare e accogliere gli altri cinque.
Buon ascolto!
In questo episodio vediamo insieme come capire se una persona è a suo agio oppure è a disagio mentre parla con noi, grazie alla lettura del suo linguaggio non verbale.
Buon ascolto!
Sembra che stringersi la mano all'inizio di un incontro o in fase di presentazione abbia avuto origine nel medioevo, quando tra cavalieri era un modo per mostrare di aver la mano destra disarmata e quindi essere inoffensivi, ma sul piano emotivo il braccio teso di entrambi, durante la stretta di mano, permette di stabilire una ragionevole distanza che, soprattutto tra soggetti maschili, è molto importante rispettare, ma lo è anche tra un maschio e una femmina, se si sono appena conosciuti.
In questo episodio vedremo insieme alcune sfumature sulla stretta di mano e sulle varie impressioni che ne possono nascere a seconda di come viene data.
Buon ascolto!
In un mondo che corre velocissimo, dove veniamo spinti da mille sollecitazioni e da continui oggetti di desiderio, il mood del TUTTO E SUBITO sta ormai contaminando anche la sfera della seduzione, che è diventata a sua volta una cosa da raggiungere subito.
La seduzione si è trasformata da un investimento di risorse, che un tempo richiedeva tempo e impegno ed era appannaggio soprattutto dei maschi, a una sorta di lotteria in cui, per arrivare alla conquista, anche le donne ormai tendono a puntare velocemente e su più ruote, per ampliare le possibilità.
Questa dimensione, che vede, appunto, una messe continua di occasioni, spesso si insinua anche all’interno della coppia consolidata, e la porta, dopo i primi mesi in cui tutto è fluido e la passione faceva da collante, a ridurre l’impegno e a cedere al pensiero che, quando le cose non funzionano più come prima, si può sempre cambiare prodotto.
Anche in questo caso l’arte della seduzione viene meno, quando invece dovrebbe essere mantenuta quotidianamente per nutrire la coppia.
Ma cos’è la seduzione, e come si può risultare seduttivi oggi?
Gli esseri umani sono dotati di un complesso sistema di comunicazione che va ben oltre le parole, infatti, buona parte dei nostri atti comunicativi avvengono attraverso segnali non verbali, come la gestualità, le espressioni facciali, le posture e i toni di voce, e nel mio archivio trovi molti video, contrassegnati da un pallino verde accanto al titolo, che possono aiutarti a saperli cogliere su di te e sui tuoi interlocutori.
Questi segnali, come sai se mi segui da un po’, sono spesso involontari e possono rivelare molto sul nostro stato emotivo, inclusi eventuali segnali di insicurezza.
L'insicurezza è un sentimento molto diffuso, che può manifestarsi in diverse forme e situazioni, sia nella vita personale che professionale. Talvolta, può essere difficile riconoscerli in noi stessi o negli altri, ma imparare a farlo può aiutarci a comprendere meglio le dinamiche interpersonali e a migliorare le relazioni.
In questa puntata, esploreremo i segnali non verbali di insicurezza più comuni, come riconoscerli e come gestirli. Pur avendo a disposizione solamente una decina di minuti, cercherò di fornirti una panoramica spero soddisfacente sui segnali non verbali di insicurezza e sul loro impatto sulla comunicazione e sul benessere personale.
Viviamo in un’epoca che Zygmunt Bauman ha definito sapientemente società liquida, fatta di amori liquidi portati avanti da persone che da un lato vogliono entrare in relazione, dall’altro vorrebbero rimanere libere di esplorare più di una relazione contemporaneamente.
Oggi molti di noi, quando decidono di stare definitivamente con qualcuno, provano al contempo una sensazione di perdita, perché tale scelta impedisce di poter scegliere altro.
Avviene qualcosa di simile quando acquistiamo un prodotto, magari dopo aver valutato per bene i pro e i contro della nostra scelta. In quel preciso momento, non solo stiamo scegliendo un prodotto, ma stiamo anche decidendo di non pensare più a tutta la seduzione che a loro volta esercitano su di noi gli altri prodotti simili.
In questo ambiente, fortemente voluto, progettato e perpetuato dal capitalista, quando una coppia incontra le prime difficoltà, spesso accade che uno dei due partner voglia la cosiddetta “pausa di riflessione”.
Buon ascolto.
Sembra che nella nostra società e in altre ancora di più, le persone di una certa età vedano molto strano l’essere single, con un particolare accanimento verso le donne. Fa pensare, ad esempio, che una femmina single venga tranquillamente etichettata con l’appellativo “zitella”, che ha un’accezione piuttosto negativa e suggerisce che nessuno la vuole, mentre un uomo che non sta con nessuno venga chiamato Don Giovanni o “scapolo”, aggettivo che deriva dall’espressione latina “ex-capulus”, ovvero “senza il cappio”.
Che siano “vecchie zitelle” o “scapoli d’oro”, eccoli quindi i single dei nostri tempi a doversi destreggiare tra una messe di giudizi che li vedono fuori dai giochi tradizionalmente accettati da una cultura che si porta dietro dei retaggi ormai vecchi e petulanti.
In questo episodio proviamo insieme a guardare questo fenomeno, ormai sempre più frequente, da altri punti di vista.
Buon ascolto.
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