Una delle forme più subdole e sottili di violenza psicologica che un uomo può subire all’interno di una relazione affettiva è la lettura del pensiero (mind reading). Si tratta di un meccanismo pervasivo in cui la partner non risponde ai comportamenti o alle parole reali dell’uomo, ma a proiezioni interne, ovvero ipotesi, supposizioni e scenari mentali che lei stessa formula riguardo ciò che potrebbe lui pensare, volere o pianificare.In questa dinamica, il comportamento maschile viene sistematicamente filtrato attraverso un'intuizione soggettiva che la donna sovrastima e scambia per capacità oggettiva di giudizio. Il risultato è una reazione a eventi immaginari, non accaduti, che sovrascrivono la realtà con una narrazione alternativa costruita sulla base di bias cognitivi, insicurezze e distorsioni emotive. La convinzione di "sapere cosa lui pensa davvero" diventa la benzina di una dinamica tossica: si reagisce non a ciò che è, ma a ciò che si crede sia. È un processo psicologicamente invasivo che disintegra il campo condiviso della realtà e delegittima la soggettività maschile, negandogli il diritto di definire i propri stati mentali.Ne parliamo in dettaglio in questo episodio.