Pur usando guide esperte e cartine affidabili, noi e solo noi sappiamo riconoscere se il nostro VIAGGIO interiore corrisponde alla verità del nostro essere, se davvero ciò che vediamo e proviamo è qualcosa a noi dedicato  e non piuttosto l’ennesima situazione a perdere. Come i pellegrini medioevali, chi inizia il VIAGGIO dentro di sé, che è il VIAGGIO della vita, deve mettere in conto che dovrà affrontare situazioni climatiche avverse, possibili assalti di predoni, portoni chiusi quando si è in ricerca di un giaciglio notturno al caldo e al sicuro.

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Per usare un’immagine semplice ma efficace, possiamo dire che facciamo UNITA’ dentro di noi quando, idealmente, sentiamo che possiamo abbracciare con un solo gesto tutte le dimensioni della nostra persona, che tutti questi aspetti di noi hanno un luogo dove dialogare e poter riposare dalle fatiche del confronto col mondo esterno. Tutto questo non è utopia, ma un traguardo che col tempo si può raggiungere e mantenere stabilmente.

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Spesso capita che ciascuno di noi intuisca dei suoi TALENTI, soprattutto nell’adolescenza, ma poi a causa delle indicazioni dei genitori, della scuola e della società in generale, si dimentichi di possedere al proprio interno delle capacità uniche e preziose che nessuno gli può portare via a meno che non sia lui stesso a decidere di lasciare addormentate in fondo a qualche remoto cassetto della mente e del cuore. Capita così che si vive, certo, e si fanno tante cose ma forse non si riesce mai a raggiungere l’eccellenza e l’uscita da un anonimato poco gratificante appunto perché non si dà ascolto alla voce del TALENTO dentro di noi.

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IL SILENZIO, a seconda di come lo si vive, può essere un amico o un nemico. Il SILENZIO è un amico quando permette di trovarci, ci protegge dalle parole inutili, difende il nostro desiderio di solitudine, esalta i sentimenti e porta pace nell’anima. Il SILENZIO, invece, ci è nemico quando testimonia il nostro isolamento dal mondo, aumenta le distanze con chi vogliamo bene, lascia nel dubbio il nostro desiderio di risposte.

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Spesso intendiamo l’azione del RICONCILIARSI come una azione morale che siamo invitati a mettere in pratica così da far concludere un periodo più o meno lungo di conflitto con qualcosa o con qualcuno al quale, finalmente, diamo la dignità di nostro interlocutore. Creiamo, in qualche modo, un rapporto che prima forse non esisteva. Sempre, comunque, la nostra azione di RICONCILIARCI mette in luce una dimensione morale dove noi ne usciamo persone migliori.

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Tenersi a portata di mano un piccolo QUADERNO dove poter annotare giorno dopo giorno pezzi della propria vita significa testimoniare a noi stessi che ci prendiamo sul serio, significa sapere che c’è un luogo fisico che accoglie e mantiene inalterato il flusso dei nostri pensieri, che permette di vedere l’evoluzione della nostra anima e apre la possibilità di dare un nome ai nostri fantasmi. Scrivere parola per parola sulla carta del nostro QUADERNO ci impedisce di prendere delle scorciatoie.

La prima cosa da fare è quella di sapere quali PREGIUDIZI si hanno e di iniziare ad usarli consapevolmente, sapendo che l’idea che ci facciamo grazie al PREGIUDIZIO non esaurisce tutte le sfumature della realtà, cioè quello che pensiamo non è la verità, bensì solamente un nostro parziale punto di vista. La seconda cosa da fare è di provare a considerare se i nostri soliti pregiudizi ci sono davvero utili per la risoluzione dei problemi o forse è arrivato il momento di modificarli aprendoci a ipotesi diverse.

La parola OGGI è la parola chiave non solo del cambiamento ma anche della sua realizzazione. Infatti se saremo fedeli giorno dopo giorno agli impegni presi con noi stessi nel tempo di OGGI, ci ritroveremo ad avere fatto ben presto un cammino quasi a nostra insaputa. Più noi ci sforzeremo di vivere consapevolmente nel tempo di OGGI, più la nostra vita sarà aderente alla realtà e avrà la possibilità di cambiare. Un po’ alla volta non avremo desiderio di guardare al passato, che vive solo nella nostra testa così come noi ce lo immaginiamo, e non ci servirà pensare al futuro gettando sulle sue spalle tutto il fardello dei desideri non realizzati.

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Le MAPPE MENTALI sono quindi delle sintesi personali che rimangono a nostra disposizione e che noi andiamo a recuperare quando ne abbiamo bisogno. Fin qui tutto bene. I problemi sorgono quando noi ci dimentichiamo che le MAPPE MENTALI in quanto appunto MAPPE sono delle rappresentazioni arbitrarie create da noi e non la realtà stessa. Di fatti si dice che “La MAPPA non è il territorio”  per significare che quanto noi pensiamo è frutto di una nostra personale elaborazione e non rappresenta mai la cosa così come essa è.

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