Avete in mente il personaggio di Buzz Lightyear mentre si lancia nel vuoto pronunciando il suo grido di conquista: “Verso l’infinito e oltre!”. Bene. Questo desiderio di infinito ha sempre riempito il cuore dell’uomo. Tutto questo, però, lascia delle tracce profonde in noi: infatti questa illusione di possibilità e di infinito fa nascere e accrescere in noi il senso di impotenza con conseguente senso di frustrazione. Una possibilità per uscire da questo continuo rincorrersi di desiderio e impossibilità di soddisfacimento è quello di considerare in modo diverso il concetto di LIMITE.

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L’IMPREVISTO, che mette sempre a dura prova la nostra capacità di accettare che le cose non vadano come le avevamo pensate, lo possiamo paragonare a un bambino che fa i capricci e che si mette di traverso per ottenere con tutti i mezzi attenzione ed esaudimento. La reazione all’IMPREVISTO è la cartina di tornasole di quanto siamo capaci di rimanere saldi in noi stessi e di come sappiamo riorganizzare lo spazio e il tempo dentro e fuori di noi, in sintesi di reagire e farcene una ragione.

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Solitamente quando pensiamo all’HABITAT pensiamo a qualcosa di esterno che riguarda la natura e gli animali e non ci viene in mente che l’HABITAT riguarda innanzitutto il nostro mondo interiore. Sì, perché se consideriamo importante vivere in un ambiente naturale e armonico, così dovremmo pensare che è ancor più necessario creare al nostro interno un ambiente che sia davvero a misura di quello che noi siamo e che vorremmo essere. Allora il primo passo sarà quello di sapere che c’è, appunto, un HABITAT dentro di noi che deve essere creato.

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Il Complesso di Giona  lo possiamo definire come il timore che impedisce la realizzazione del proprio potenziale, è la paura della propria grandezza e del raggiungimento di un destino o, peggio,  la volontà di evitare di usare i propri talenti. Tali sfide possono includere cambiamenti di carriera, nuove tappe di vita, nuove posizioni lavorative, apparizioni in pubblico o la necessità di intraprendere nuovi impegni come il matrimonio o un percorso di studi ritenuto troppo impegnativo. E’ interessante notare come la vicenda di GIONA possa essere divisa in tre momenti.

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Parliamo qui del FUGGIRE come una opzione possibile tra le altre a nostra disposizione ma che noi, per rispetto umano o fedeltà a grandi ideali, non prendiamo neanche in considerazione. Chi FUGGE, spesso, non è animato solo dalla paura del confronto ma anche dalla certezza di fare la cosa giusta forse non per il mondo, ma senz’altro per sé. Intendiamoci. Qui non si vuole fare l’elogio di chi viene meno alla parola data. Si vuole tentare di considerare la FUGA come una opzione possibile e non sempre disonorevole.

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Quasi sempre nel giudicare preferiamo aderire ad un unico pensiero, perché questo ci dà sicurezza, ci fa sentire a casa con la nostra testa e le nostre idee. Ebbene, volendo far crescere la nostra consapevolezza, non dobbiamo accontentarci più di difendere quella determinata idea che ci siamo fatti. Dobbiamo iniziare a prendere in considerazione anche altri punti di vista, delle nuove ipotesi, per vedere se anche lì ci possa esserci qualcosa di significativo per noi. In pratica significa attivare dentro di noi un atteggiamento per il quale non ci accontentiamo più di pensare secondo lo schema  “o questo o quello”, ma facciamo nostra la frase “e questo e quello”.

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Parlare di DISOBBEDIENZA è sempre molto rischioso. Se vogliamo incamminarci sulla strada di una maggiore consapevolezza e maturità dobbiamo un po’ alla volta prendere in esame tutte le nostre piccole e grandi obbedienze per considerare quelle che sono davvero necessarie da quelle oramai inutili o, peggio, dannose e limitanti il nostro possibile sviluppo umano e spirituale. Allora torna utile riflettere su quali àmbiti della nostra vita dobbiamo iniziare a DISOBBEDIRE. Si può partire anche da piccole cose.

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Le CREDENZE sono quelle opinioni e convinzioni che noi abbiamo su persone, situazioni e idee che ci fanno sentire al sicuro con noi stessi e con il mondo. Le CREDENZE sono necessarie per poter vivere perché ci permettono di dare per scontate moltissime cose, evitandoci ogni volta di ragionare se possiamo fidarci o no di questo e di quello. Le CREDENZE le applichiamo anche a noi stessi, spesso senza neanche rendercene conto. In questo caso le possiamo dividere in due categorie. Le CREDENZE potenzianti e le CREDENZE depotenzianti.

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Uno dei primi passi per prendere in mano la nostra vita per cercare di viverla in pienezza, nonostante le difficoltà esterne, è quello di imparare a dire, dentro e fuori di noi, BASTA!  Se apparentemente potrebbe sembrare una dichiarazione di sconfitta, del tipo non ne posso più mi arrendo, a ben vedere saper dire BASTA indica una volontà di affermazione, un primo passo per decidere che cosa vogliamo per noi stessi. Insomma un modo breve ed efficace per iniziare a difendere i nostri confini psichici e spirituali dagli assalti interni ed esterni.

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l lockdown ci ha fatto sperimentare qualcosa al quale non eravamo abituati né preparati: essere fisicamente bloccati nel luogo là dove ci trovavamo in quel momento. Quasi il fermo immagine di un film: solo che questa volta noi non eravamo spettatori bensì attori. Adesso ci è data una occasione per trarre insegnamento da quanto successo e invertire la rotta. L’invito è quello di sperimentare, un po’ alla volta, un nuovo aspetto di stare in un luogo che possiamo sintetizzare col termine ABITARSI.

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