"La fissò per qualche secondo in silenzio, percependo di nuovo la stessa energia elettrica dimenarsi sotto pelle.
Era lei il punto, vero?
Non solo era come parlarci da sempre, ma l’intera presenza di quella ragazza sembrava farlo sentire accolto, a proprio agio e libero dai giudizi.
Parlare con lei era un gesto spontaneo, come se il suo ruolo fosse quello.
Come se la propria vera essenza con lei sfociasse libera, senza filtri e confini, alimentata da qualcosa.
Un siero della verità fatto persona, in sostanza… anche se c’era molto più di questo.
Sì, era davvero particolare l’effetto che aveva quella ragazza su di lui.
“A qualcuno darebbe fastidio se usassi il mio violoncello?”
Dennis parve sorpreso da quella proposta, ma non dispiaciuto.
“Nient’affatto. Credo che sarebbero tutti entusiasti, invece.”
Inoltre, si disse il ragazzo, muoio dalla curiosità di sentirti suonare.
“Allora va bene!” Replicò Anisa, raggiante.
Dennis fu incantato per l’ennesima volta da quel sorriso, e si schiarì la voce.
“Ora ti lascio mangiare in pace… Anisa, giusto?”
La ragazza annuì col capo, sentendo il cuore avere un guizzo solo nel sentire il “proprio” nome uscire da quelle labbra. “E tu, sei…?”
“Dennis.” Il ragazzo chinò appena il busto, come mimando l’inizio di un inchino. Poi poggiò finalmente il vino sul tavolo. “Questo te lo lascio qui.”
“Grazie.”
“Allora, a stasera!” Dennis le sorrise e si allontanò da lei in tutta fretta, impedendosi di sedersi al suo stesso tavolo e rimanere lì con lei a chiacchierare per il resto della mattinata
.Passando davanti alla cucina sentì il padre chiamarlo con tono vagamente truce, e sapeva già che gli avrebbe tirato le orecchie per essersi attardato così tanto perdendosi in chiacchiere ma diavolo, si disse, quand’è stata l’ultima volta in cui mi sono sentito così…
Così…
Cercò un nome per quel sentimento e non lo trovò.
“Così te stesso. Quand’è stata l’ultima volta in cui sei stato così te stesso, Dennis…?” Mormorò Anisa leggendo quei pensieri.
Passò due dita sul bordo del bicchiere e fissò l’esterno, dove finalmente il temporale andava scemando.
Si chiese che fine avesse fatto Nazar."
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