Emiliano Visconti ripercorre le vicende dell’amicizia burrascosa di uno dei più prestigiosi duo che la storia del rock abbia mai prodotto (sempre che di rock in questo caso sia lecito parlare). Tra disastrose delusioni, successi folgoranti e altrettanto profonde depressioni, il racconto finisce quasi nel momento in cui i due si separano, lasciando però una coda alla carriera del Paul Simon solista, alla testarda ricerca di inventare sempre qualcosa di nuovo. Perché Paul Simon è forse uno dei più grandi compositori della storia, ma anche, definizione che egli detestava, un grande poeta.

Un’idea di narrazione davvero lisergica. Il titolo dovrebbe dire tutto giacché ha deciso di chiamare questa puntata così: “Le porte della percezione” e di imprimere nel sottotitolo “Antologia personale di musica stupefacente”. E se pensate che di trovarci i soliti Hendrix, Morrison e tutto il Club 27 vi sbagliate di grosso perché il percorso che Gheno propone, passa da tutte altre latitudini e periodi storici. Quindi un cosiglio: lasciatevi sbalordire.

Entrare nella tormentata storia tutta americana di Johnny Cash sarà un viaggio iniziatico capace di attraversare tutta la seconda metà del secolo che abbiamo alle spalle. Emiliano Visconti è andato alla ricerca degli snodi fondamentali di una carriera quasi impossibile da ripercorrere, tanto è densa e piena di contraddizioni come l’uomo che quella vita ha vissuto tra vicende umane più che complesse e storie che si perdono in un immaginario che solo nella mente dell’Uomo in Nero potevano prendere forma, e che solo lui a quella forma ha saputo dare un suono, creando canzoni destinate probabilmente a durare per sempre. Il titolo di questo episodio segna la linea attraverso la quale l'ascoltatore si troverà a passare per approdare, infine, “Al di là del bianco e del nero”.

Enzo Jannacci e la sua musica "schizo": un ritratto di uno dei più istrionici e imprevedibili cantori della parte dimenticata della società. Valerio Corzani, che arriva dritto dritto da Rai RadioTre per regalarci la sua voce, ha deciso di intitolare la sua narrazione “Storie e biografie del cantore dei vinti”, così, al plurale. Sarà un piacere seguire le traiettorie imprevedibili che Corzani saprà spianare per portare l'ascoltatore dove nessuno pensa di poter arrivare, svelando retroscena e spericolatezze e umane sensibilità. 
La puntata è stata registrata dal vivo in una sera d'agosto con vento forte e minaccia di pioggia: per questo in alcuni punti si sente il vento che soffia del microfono. È stata una serata molto jannacciana.

La miglior musica funk-prog italiana di fine ’70-inizio ’80 abitava nelle sigle dei cartoni animati. Incredibile? No, semplicemente fantascientifico. E se le musiche sono suonate dai migliori musicisti italiani e composte da compositori leggendari (tra cui Ennio Morricone a cui dobbiamo Super Car Gattiger), i testi sono degni della migliore poesia futurista. Senza contare che i temi raccontati da quei brani leggendari sono la resistenza, l'anti-imperialismo, il riscatto sociale, la solidarietà, il pacifismo... tutte cose da bambini, insomma. Perché non c'è niente di più serio dell'essere bambino. In una serata di musica e parole si passa dagli incastri geniali di basso e batteria, Moog alla Emerson, Lake & Palmer, voci robotiche alla Kraftwerk fino a scoprire la dance più raffinata cesellata di poesie dalla bellezza commovente e della potenza di un razzo missile.

Vera Gheno, sociolinguista e ricercatrice dell’Università di Firenze, qui in una veste insolita, racconta la sua passione e il suo legame di formazione originaria con una band che non ha mai raggiunto le vette dell’Olimpo delle stelle di rock e affini, e forse, proprio per questo, più intrigante da riscoprire attraverso un racconto che intreccia il personale della linguista con tracce di storia e di presente, con sogni, incubi e illuminazioni di Trent Reznor e compagni.
Passaggi inafferrabili, spostamenti d’asse improvvisi, in un intreccio che lascia senza parole, proprio quelle a Gheno più care. Vera Gheno accompagnerà chi ascolta alla scoperta del mondo dei Nine Inch Nails, il gruppo musicale industrial rock statunitense formatosi a Cleveland (Ohio) nel 1988 su iniziativa del cantante e polistrumentista Trent Reznor.

Mano Negra e siamo già negli eccessi, siamo nel malting pot o, più precisamente, in quel Patchanka che ne fu la cifra, nelle mani di quel prestigiatore che si chiama Manu Chao. È lui che li ha guidati per anni in peripezie degne di un romanzo picaresco, a bordo di navi cargo o di treni carichi di musica che vagano per quell'America Latina che, partendo da Parigi, elessero a loro patria, o, forse, meglio, quell'America Latina che li elesse come paladini. Siamo negli anni '90 e poi a cavallo del millennio, ma il vero cavallo pazzo, in questa storia, sono proprio loro, i Mano Negra Chao e la maniera magnetica e partecipe con cui Valerio Corzani, voce e anima musicale di RadioTre Rai, li sa raccontare.

Come potrebbe, una scrittrice come Simona Vinci, farci entrare nel mondo musicale e poetico di Joni Mitchell se non attraverso quelle luci e quelle ombre che da sempre sono parte integrante della letteratura tout court e in particolare della letteratura che la Vinci stessa abita da anni? Cosa si cela nelle pieghe più intime dei suoi versi? Attraverso quali abissi e quali vette la sua musica si è intrecciata alle parole e alle storie?

Giorgio Gaber, con quella sua tagliente intelligenza è stato senza freno il cantore di uno dei momenti più caldi della recente storia italiana. Emiliano Visconti rintraccia i profondi legami tra quel repertorio e gli anni in cui è stato scritto, dai tempi in cui il sig. G era una figura fissa e molto importante della prima televisione italiana, a quel mondo che inventò da zero, quel Teatro Canzone che narra, come un grande romanzo, i tormentati e mai superati anni 70.
A rileggerne le musiche una coppia di fratelli che paiono un po' I Due Corsari rinati o gli Jaga Brothers degli anni Ottanta: Paolo e Giovanni Battaglino, rispettivamente alla chitarra elettrica l’uno, a quella acustica e alla voce il secondo.

Marco Aime, autore amatissimo di saggi illuminanti e personale amico di Francesco Guccini, ha scritto, insieme al Maestro, bellissime pagine che ripercorrono la storia di uno dei più grandi cantautori che abbiano attraversato la seconda metà del Novecento. Il suo libro, pubblicato da UTET, si intitolava: "Tra i castagni dell'Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini".
Tra aneddoti e analisi divertenti e minuziose di alcune sue canzoni, ci troveremo in quel mondo zeppo di parole ed erre moscia che, non di rado, ci ha fatto cantare a squarciagola, con le lacrime agli occhi, canzoni che hanno segnato la storia politica, sociale ed emotiva di questo nostro strano Paese.
Aime ne sa ripescare la linfa seguendo quella che può essere l'essenza della poetica gucciniana.