COME LAVORARE INSIEME E DIVENTARE AMICI

Si può lavorare insieme e diventare amici?Io penso di sì, ma solo se si rispetta una regola fondamentale: non forzare mai il processo.

La seconda regola è questa:La fiducia non si dichiara. Si costruisce.A piccoli passi. Nei dettagli. Nei momenti difficili.Non nei meeting strategici, ma nei gesti quotidiani.

Lavorare insieme non basta per diventare amici.Ma è una palestra straordinaria: perché ci espone.Ai nostri limiti, alle nostre insicurezze, alla fatica del confronto.Chi riesce a restare, a non fuggire, a non difendersi sempre e comunque,sta già facendo amicizia.

Ecco 3 cose che ho imparato:

* L’amicizia non è esclusiva. Se esiste davvero, non teme la contaminazione. Può convivere con ruoli, competenze, gerarchie.

* Lavorare bene è un modo per volersi bene. Quando qualcuno fa il suo pezzo con cura, ti rispetta.

* I veri amici non ti coprono. Ti espongono. Ti fanno crescere. Ti dicono la verità. E tu puoi fare lo stesso con loro.

Se ti sei trovato a lavorare con qualcuno e poi sentirlo davvero vicino…non è un caso. È una scelta quotidiana, spesso silenziosa.Ma potente.

E’ questa la relazione che ho con Giovanni Mondini già trade marketing di Warsteiner oggi direttore marketing di Callebuat

Tutto è iniziato molti anni fa, ma solo negli ultimi anni abbiamo cominciato a lavorare insieme, e frequentarci con assiduità e diventare amici.

Con questo primo cicchetto voglio lasciare un forte messaggio: se sei, non occorre inventarti!

Non servono maschere, né pose.Nel lavoro come nell’amicizia, la cosa più potente che puoi fare è esserci davvero, con quello che sei.I legami profondi si creano quando smettiamo di recitare un ruolo e iniziamo a giocare sul serio.Con lealtà, con intensità, con presenza.

Magari non avete ancora capito che lavoro faccio, ma spero di incominciare a darvi una idea della qualità delle persone con cui lavoro fianco a fianco.

Vi auguro di poter incontrare persone così, poterle ascoltarle, poter imparare e farvi travolgere dalla loro energia e il loro talento. Ognuno di voi merita di incontrare un Giovanni Mondini nella loro strada!

PS In questa puntata non è stato maltrattato nessun bambino e nessun genitore!

Era circa il 2017 quando Alessandro Maglio di Camplus mi chiama per affrontare un problema: migliorare le performance dei ragazzi attraverso una corretta nutrizione e aumentare la soddisfazione durante i momenti di ristorazione.

Una sfida non da poco.

Seguì un periodo di analisi e proposte insieme al team di Idea Lab (clicca qui) guidato da Giuseppe Adelardi fino al 2019 quando riceviamo il via libera all’implementazione.

La sede scelta era Santa Marta a Venezia. Il quartiere occupa l’estremità occidentale della città, dove gli insediamenti di antichissima formazione sono stati sostituiti da quartieri popolari e da costruzioni realizzate tra l’ottocento e il novecento.

A quel punto serviva una squadra per guidare le operation. La presento in questo episodio: Cristian Scarpa, Carlos Gellidon e Michele Pasotti, sono i co-founder di questa iniziativa a cui si è aggiunto nel tempo altri due straordinari personaggi Andrea Lolliri e Sadek MD Soyaib che saranno protagonisti di un altro episodio di cui non voglio spoilerare la trama.

Hum.us apre le porte il 14 ottobre 2020 in piena Pandemia, per rendere ancora più avvincente questa iniziativa.

Come riportato dal Sole 24 ore qui : “negli spazi dello studentato Camplus ha aperto hum.us, un “affinity food space” per l'aggregazione degli studenti e della comunità cittadina”

E’ l’inizio di una bellissima storia, oggi presente a Roma, Firenze e Bologna. A Settembre sarà possibile fare la stessa esperienza anche a Padova e Udine. Nei prossimi anni il programma sarà intenso con l’apertura a Milano e Torino e probabilmente anche all’estero.

Oggi Alessandro Maglio è l’amministratore delegato della new-co nata ( CIBUS HUB srl ) conta 5 sedi e oltre 50 dipendenti con attività legate a eventi, catering, team building e allo sviluppo di Humus.

Sono certo che con questo team tutto sarà possibile!

Se c’è una cosa che ho imparato da loro è: “ Tutto ciò che non produce utile è inutile”

Se non serve a niente, perché lo stai facendo?L’utile non è solo guadagno: è effetto, impatto, conseguenza.Se non lascia traccia, è solo rumore!

Con questo primo cicchetto voglio lasciare un forte messaggio: se qualcosa non genera valore reale — economico, sociale, relazionale, culturale — allora rischia di essere superfluo, ridondante, retorico: INUTILE!

Se ti capita…cerca Hum.us nel tuo prossimo viaggio. Aspetto le tue considerazioni.

Tutto è iniziato nel 1994, quando leggendo la biografia di Magellano, una frase mi colpì profondamente: 'Che cosa conta fare un'impresa se nessuno la racconta?' In quelle parole ho trovato la bussola della mia vita professionale.

Ho iniziato così, dando peso a quello che oggi chiamiamo storytelling, evolvendolo poi in storydoing. E ora, con Cicchetti - proprio come quei piccoli assaggi veneziani che racchiudono sapori intensi - voglio condividere le storie dei personaggi straordinari che ho incontrato nel mio cammino.

Questa serie di newsletters e podcast nasce per rispondere a una domanda che le mie tre figlie mi hanno fatto spesso e a cui non ho mai saputo dare una risposta semplice:

'Papà, ma tu che lavoro fai?'

Benvenuti ai miei Cicchetti. Credeteci saranno pazzeschi!

Cosa sono i Cicchetti?

Non voglio tirarvi le orecchie.E neanche azzardare giudizi strampalati.

Cicchetti è il mio modo di raccontare:piccoli assaggi — di idee, di lavoro, di esperienze vere.Come nei bacari veneziani: senza fronzoli, tra una parola e l’altra, con chi ha fame di realtà.

Perché raccontare è un dovere.Condividere un’esigenza.Coinvolgere un valore.

Ogni cicchetto è un invito.

A pensare.

A fare.

A restare connessi.Chi cerca storie patinate può cambiare osteria :-)Chi vuole concretezza, è il benvenuto!

No followers, only believers!