Ci sono domande che arrivano come una brezza del mattino, leggere eppure capaci di smuovere tutto.
La domanda che abbiamo posto a Ricky oggi — qual è l’abitudine che accende la felicità? — è una di quelle che ti obbligano a guardarti dentro, senza sconti, con quella sincerità che non fa rumore ma scava.
La risposta di Ricky non è una formula magica, non è un comandamento inciso sulla pietra: è un invito.
Un invito a coltivare ogni giorno un piccolo gesto che apre spazio.
Per qualcuno è un respiro più lento.
Per altri è un grazie sussurrato, anche quando il mondo pesa.
Per altri ancora è scegliere, almeno una volta al giorno, di non correre via da sé.
Un’abitudine per accendere la felicità non è un’abitudine che ti cambia la vita in un istante:
è la scintilla che, giorno dopo giorno, può trasformare il buio in crepuscolo, e il crepuscolo in un’alba.
La felicità — ci ricorda Ricky — non è un punto di arrivo, ma un modo di stare nel mondo.
È la postura interiore con cui attraversiamo la nostra storia.
È la cura che dedichiamo ai momenti semplici.
È la gentilezza che dosiamo verso noi stessi quando inciampiamo.
Ascoltando le sue parole, la domanda torna a noi come un’eco:
qual è, oggi, la minuscola abitudine che possiamo scegliere per accendere un po’ più di luce?
Forse basterà iniziare da lì.
Da quel piccolo sì quotidiano che, come una scintilla, può diventare fuoco.