Festival del cinema europeo Lecce 2025
Alla 26ª edizione del Festival del Cinema Europeo, il direttore Alberto La Monica ribadisce fin da subito la natura profonda della manifestazione: non solo un evento dedicato al cinema, ma anche un luogo di riflessione civica e culturale. “Il Festival del Cinema Europeo non è solo un evento culturale… è un movimento culturale”, afferma con convinzione.
Il manifesto di quest’anno nasce proprio da questa esigenza: “Non potevamo… non porre questo segno, manifestare un’attenzione, un sentimento, una necessità”. Una presa di posizione necessaria in un momento storico complesso, che il festival rielabora attraverso film e sezioni capaci di leggere criticamente il presente.
Uno sguardo attento alla realtà e alle sue urgenze
Per Alberto La Monica, la missione del festival è chiara: “Avere uno sguardo aperto alla realtà che ci circonda, ai temi profondamente importanti per la nostra vita”. Molte opere selezionate raccontano proprio questo: l’impegno civile, la possibilità di cambiamento, l’azione del singolo.
Il festival diventa così un osservatorio privilegiato su ciò che accade nel mondo, ma anche una piattaforma per riflettere su memoria, ambiente, inclusione, identità culturale e popolare. Lo dimostrano i documentari dedicati allo sport come spazio di riscatto, a Elvira Notari, e alla tradizione locale in La pizzica di Romolo Crudo.
Il valore di una selezione internazionale di qualità
“Il Festival del Cinema Europeo è diventato un punto di riferimento non solo italiano ma europeo”, ricorda La Monica. L’edizione di quest’anno accoglie lungometraggi presentati a Cannes, Berlino, Locarno, Sarajevo: opere che trovano qui la loro anteprima italiana.
Accanto al concorso europeo, non mancano gli omaggi ai grandi autori: “Lars von Trier… straordinariamente noto anche per il suo essere trasgressivo” e “Saverio Costanzo… una delle voci più significative del cinema italiano”. Retrospettive che offrono al pubblico un’occasione preziosa per comprendere l’evoluzione dei loro linguaggi.
Giovani autori e territorio: una missione che continua
L’attenzione ai nuovi talenti è uno dei pilastri del festival. “È una missione quella di porsi al servizio del territorio e dei giovani autori”, spiega La Monica. Centrale, anche nel 2024, la sezione Puglia Show, dedicata ai registi pugliesi under 35, da anni trampolino di lancio per nuove voci che spesso tornano poi al festival con il loro primo lungometraggio.
Emozionanti, racconta il direttore, anche le opere realizzate grazie al Fondo Cinema per la Scuola: “È sconvolgente l’emozione che suscita vedere entrambi i film… lo vedi proprio dai bambini, dai ragazzini”.
La presunta “crisi del cinema”: una parola da superare
Durante la conferenza stampa si è parlato della crisi del cinema, ma Alberto La Monica dissente: “Non penso assolutamente che il cinema europeo sia in crisi”.
Riprende le parole del produttore Nicola Giuliano, premio Olivo d’Oro alla carriera, ricordando che la parola “crisi” accompagna il settore da decenni, spesso senza reale fondamento. “Mai come in questo momento tutti gli attori famosi del cinema italiano sono sul set”, afferma, sottolineando l’intensa attività produttiva in corso.
Più complesso, semmai, il nodo della distribuzione in Italia: “Siamo troppo vittime di ciò che è imposto dal mercato… fatto 100 i film, 90 sono americani”. Qui i festival, compreso il FCE, svolgono un ruolo essenziale: aprire lo sguardo, offrire film che altrimenti non vedremmo mai.
Cosa emoziona ancora dopo 26 edizioni?
Alla domanda su cosa lo spinga a ricominciare ogni anno, La Monica risponde senza esitazione: “L’attenzione del pubblico, la partecipazione del pubblico”. E aggiunge: “Ci ha emozionato tanto l’attenzione che abbiamo avuto dai distributori e dai produttori”.
Per lui, questa rinnovata fiducia è il vero motore che rende possibile ogni edizione.
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