La fotografia è memoria, traccia, ricordo. Ma può essere anche un ultimo saluto? Nell’epoca vittoriana, la fotografia post mortem non era solo un gesto di lutto, ma un modo per rendere eterna la presenza di chi non c’era più. In un periodo segnato da malattie e mortalità elevata, specialmente tra i bambini, le immagini diventavano l’unico ricordo tangibile di un volto amato. Dai primi ritratti scambiati come biglietti da visita alle carte de visite, fino alle struggenti immagini dei defunti posizionati in pose naturali accanto ai loro cari, il rapporto tra fotografia e memoria si intreccia in un racconto che è tanto affascinante quanto inquietante. Queste immagini non erano macabre, ma atti d’amore: un’ultima testimonianza visiva che aiutava i familiari a elaborare il lutto. Tecniche complesse, ritocchi delicati e una narrazione visiva studiata per restituire l’illusione della vita, rendono queste fotografie una testimonianza unica della storia culturale del passato. 📷 Ma oggi, nella nostra epoca digitale, quali saranno le immagini che definiranno il nostro ricordo?