Auschwitz, 1944. Due uomini, che lavorano al Kommando chimico del campo, si stanno incamminando alla baracca delle cucine, per andare a prelevare il rancio per il proprio gruppo di internati. Uno è Jean il Piccolo, alsaziano e fattorino del comando chimico. Ogni giorno ha quel compito di andare a prendere il cibo, ma dal momento che il trasporto della marmitta di zuppa richiede un supporto, quel giorno chiede l’aiuto di Primo Levi, un chimico di origini torinesi.
In quel dialogo, durante quel cammino, tra le baracche dei campi di concentramento, Jean il piccolo esprime a Levi il desiderio di apprendere la lingua italiana. Levi vuole accontentarlo, ma hanno poco tempo. E decide di partire da un testo che si rivelerà importante.