Sergio Leone, Clint Eastwood ed Ennio Morricone sono tre figure inter-connesse, di cui è impossibile non parlare quando si affronta la biografia di ciascuno, come una sorta di triade magica, che ha cambiato per sempre il mondo del cinema e che ha attraversato generazioni fino a oggi.
Lavorarono insieme in film come Per un pugno di dollari (1964), Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966). Conosciuta anche come la Trilogia del dollaro, la saga western all'italiana sulla 'febbre dell'oro' matura la sua peculiare cifra stilistica, diventando via via più sofisticata e sviluppando un modo ellittico di raccontare, in un'operazione di celebrazione e, insieme, di decostruzione dei codici del western hollywoodiano classico.
Nell'ultimo film di Francesco Zippel "SERGIO LEONE - L'ITALIANO CHE INVENTÒ L'AMERICA" si ripercorre proprio la storia del regista che ha cambiato il cinema di genere e non solo, che ha influenzato coloro che sono stati suoi coevi e chi è venuto dopo; molti celebri registi intervengono infatti nel corso del documentario, dandone una visione di genio indiscusso della settima arte: Eastwood (non poteva mancare), Scorsese, Tarantino, Steven Spielberg che arriva a definirlo il gigante sulle cui spalle lui è salito per realizzare il suo cinema.
Molte testimonianze anche dalla famiglia, dai figli che si portava dietro da piccoli, durante le riprese dei film, dando un’atmosfera familiare anche ai set, dove tutti si conoscevano partecipando a pranzi di famiglia, creando un ambiente gioviale e di reciproca confidenza.
Ricco di materiali anche inediti e sempre di grandissima qualità (grazie anche alla collaborazione di Gianluca Farinelli direttore della Cineteca di Bologna), il documentario racconta in profondità la vita e le scelte stilistiche del regista, la nascita di un processo creativo unico ed originale che ha fatto varcare ai suoi lavori le soglie di tutti i confini geografici, arrivando fino in Giappone.
Il regista racconta con linearità la personalità di un uomo capace di tener testa a star come De Niro, ma anche lo strazio per lo scempio che la produzione fece di C'era una volta in America, e infine ci ricorda che, nonostante ciò, davvero Sergio è stato l'italiano che ha inventato l'America grazie ad un'immaginazione e ad una competenza tecnica capaci di dettare nuove regole ad un genere che sembrava ormai destinato all'estinzione.