Negli anni Settanta e Ottanta, l’Italia visse profondi cambiamenti sociali e culturali. Nonostante le tensioni politiche degli “anni di piombo”, nacquero nuove culture giovanili, cambiamenti nei costumi familiari e una grande fioritura artistica. Per chi studia l’italiano, conoscere questo periodo è fondamentale per capire l’identità italiana di oggi.
L'Italia negli Anni '70 e '80: Un Viaggio nella Vita, Musica, Cultura e Famiglia del Belpaese
La Vita Quotidiana tra Tradizione e Cambiamento
La vita quotidiana degli italiani negli anni Settanta subì trasformazioni epocali. Il tradizionale modello di famiglia patriarcale iniziò a essere messo in discussione, mentre le donne conquistavano sempre maggiori spazi nella società. Nel 1975 fu approvata la riforma del diritto di famiglia, che riconobbe la parità tra coniugi e introdusse il concetto di potestà genitoriale condivisa.
Le case italiane si riempirono di nuovi elettrodomestici: la lavatrice divenne comune anche nelle famiglie della classe media, mentre la televisione a colori iniziò a diffondersi alla fine del decennio. Il telefono fisso diventò un simbolo di status sociale, e molte famiglie facevano la fila per installarlo. Le cucine si modernizzarono con l'arrivo del frigorifero con freezer e dei primi forni a microonde, anche se questi ultimi rimanevano ancora un lusso per pochi.
Un esempio tipico di giornata familiare negli anni Settanta iniziava con il caffè del mattino preparato con la moka Bialetti, diventata un'icona del design italiano. I bambini andavano a scuola spesso accompagnati a piedi dalle madri, mentre i padri si recavano al lavoro in Fiat 500 o 126, le automobili più popolari dell'epoca. La spesa si faceva ancora nei negozi di quartiere: dal fornaio per il pane fresco, dal macellaio per la carne, dal fruttivendolo per verdure e frutta di stagione.
Una tipica conversazione dal fruttivendolo: "Buongiorno signora Maria, oggi cosa le servo?" - "Mi dia due chili di arance, un chilo di mele e mezzo chilo di banane, per favore." - "Ecco a Lei, sono 3.500 lire in totale." Notate come si usava ancora la lira italiana e i rapporti erano molto personali e cordiali.
Quando arrivava un ospite inaspettato, era comune dire: "Ti faccio subito un caffè!" L'ospitalità italiana prevedeva sempre l'offerta immediata di caffè o qualcosa da mangiare. Era considerato maleducato non accettare almeno un caffè, anche se non si aveva voglia.
La Rivoluzione Musicale: Dal Beat alla Nuova Canzone Italiana
La musica italiana degli anni Settanta visse una vera e propria rivoluzione. Nacque il fenomeno dei cantautori, artisti che scrivevano e interpretavano le proprie canzoni, spesso con testi di forte impegno sociale e politico. Fabrizio De André pubblicò album leggendari come "Non al denaro non all'amore né al cielo" (1971) e "Rimini" (1978), raccontando storie di emarginati e outsider con una poesia che elevava la canzone a forma d'arte letteraria.
Francesco Guccini divenne la voce della generazione del Sessantotto con brani come "Dio è morto" e "Locomotive", mentre Lucio Battisti rivoluzionò il pop italiano con melodie innovative e arrangiamenti sofisticati in collaborazione con il paroliere Giulio Rapetti, noto come Mogol. Canzoni come "Il mio canto libero" (1972) e "Amarsi un po'" (1977) entrarono nell'immaginario collettivo italiano.
Gli anni Ottanta portarono una nuova ondata di energia con l'arrivo della new wave italiana. Vasco Rossi esplose sulla scena con "Colpa d'Alfredo" (1980) e "Vita spericolata" (1983), diventando l'idolo dei giovani con il suo rock anticonformista. Renato Zero conquistò il pubblico con spettacoli teatrali e costumi stravaganti, mentre gruppi come i Litfiba e gli Skiantos portarono il punk rock in Italia.
La musica leggera trovò nuovi protagonisti in Adriano Celentano, che negli anni Settanta si reinventò come showman televisivo, e in Mina, considerata ancora oggi una delle voci più importanti della storia della musica italiana. Il Festival di Sanremo mantenne la sua importanza come vetrina della canzone italiana, lanciando successi che diventavano colonne sonore della vita quotidiana degli italiani.
Durante le feste in casa era comune che qualcuno dicesse: "Metti su un po' di musica!" e si accendeva lo stereo con le cassette o i dischi. Era normale che tutti cantassero insieme le canzoni più famose, specialmente quelle di Sanremo che "sapevano tutti a memoria".
Il Cinema d'Autore e la Commedia all'Italiana
Il cinema italiano degli anni Settanta raggiunse vette artistiche straordinarie con registi come Federico Fellini, che girò capolavori come "Roma" (1972) e "Amarcord" (1973), quest'ultimo vincitore dell'Oscar come miglior film straniero. Michelangelo Antonioni continuò la sua ricerca sull'incomunicabilità moderna, mentre Pier Paolo Pasolini provocò scandali e dibattiti con film come "Il Decameron" (1971) e "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975).
La commedia all'italiana visse il suo periodo d'oro con attori come Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi e Vittorio Gassman. Film come "Amici miei" (1975) e "La Grande Abbuffata" (1973) diventarono cult, rappresentando con ironia e amarezza i vizi e le virtù degli italiani. Roberto Benigni iniziò la sua carriera proprio in questo periodo, portando una comicità fisica e surreale che rinnovò il genere comico italiano.
Il cinema di genere italiano conquistò il mondo con il western all'italiana di Sergio Leone e gli horror di Dario Argento. "Suspiria" (1977) di Argento divenne un classico del cinema horror internazionale, mentre i film di spaghetti western con Clint Eastwood continuarono a influenzare il cinema mondiale.
Al cinema era comune sentire frasi come: "Andiamo a vedere l'ultimo film di Bud Spencer e Terence Hill?" Questa coppia di attori era amatissima dai bambini e dalle famiglie. Durante la proiezione, il pubblico partecipava attivamente ridendo e applaudendo le scene più divertenti.
Molti cinema avevano la "prima visione" (film appena usciti) e la "seconda visione" (film più vecchi a prezzo ridotto). Era normale chiedere: "Quanto costa il biglietto per la prima visione?" I cinema erano luoghi di incontro sociale, specialmente per i giovani che ci andavano in gruppo.
La Televisione: Dalla Pedagogia al Varietà
La RAI (Radio Televisione Italiana) era l'unica emittente televisiva nazionale e svolgeva una funzione educativa e culturale fondamentale. Programmi come "Non è mai troppo tardi" del maestro Alberto Manzi aiutarono milioni di italiani adulti ad imparare a leggere e scrivere, contribuendo alla lotta contro l'analfabetismo che ancora colpiva parte della popolazione, specialmente al Sud.
Gli anni Settanta videro nascere programmi che entrarono nella storia della televisione italiana: "Canzonissima" portava nelle case degli italiani grandi spettacoli di varietà con star internazionali, mentre "Odeon" proponeva versioni televisive di opere teatrali classiche. "Carosello", il programma pubblicitario serale, diventò un appuntamento fisso per le famiglie e lanciò jingle e personaggi che sono rimasti nell'immaginario collettivo.
Negli anni Ottanta arrivò la rivoluzione delle televisioni commerciali di Silvio Berlusconi. Canale 5 (1980), Italia 1 (1982) e Rete 4 (1984) cambiarono radicalmente il panorama televisivo italiano, introducendo una programmazione più commerciale con quiz show, telefilm americani e varietà spettacolari. Programmi come "Drive In" e "Colpo Grosso" scandalizzarono e affascinarono il pubblico italiano.
Durante "Carosello" (il programma pubblicitario delle 20:50), i bambini dicevano sempre: "Dopo Carosello tutti a letto!" Questa frase era diventata un modo di dire nazionale. I bambini aspettavano con ansia le scenette pubblicitarie perché erano divertenti e creative.
Quando arrivarono le TV commerciali, in famiglia si sentivano discussioni come: "Stasera cosa guardiamo? Il film su Rai 1 o il varietà su Canale 5?" Nacque il fenomeno dello "zapping" (cambiare continuamente canale) che creava spesso piccole discussioni familiari per il controllo del telecomando.
La Famiglia Italiana tra Tradizione e Modernità
La famiglia italiana negli anni Settanta mantenne molte caratteristiche tradizionali ma iniziò a subire importanti trasformazioni. La famiglia numerosa era ancora comune, specialmente nelle regioni del Sud, dove non era raro trovare nuclei familiari con cinque o sei figli. La nonna (nonna) spesso viveva nella stessa casa o nello stesso palazzo dei figli sposati, svolgendo un ruolo centrale nell'educazione dei nipoti e nella gestione domestica.
La domenica italiana seguiva rituali consolidati: la messa mattutina per molte famiglie cattoliche, seguita dal pranzo domenicale che poteva durare ore. Il menù tipico includeva un primo piatto (spesso pasta fatta in casa), un secondo con carne e contorno, frutta e dolce. Il pomeriggio si trascorreva spesso con visite ai parenti o passeggiate nel centro città, attività chiamata "struscio" o "passeggiata".
Negli anni Ottanta si verificò una progressiva modernizzazione dei rapporti familiari. Le donne iniziarono a lavorare fuori casa in numero sempre maggiore, cambiando la dinamica familiare tradizionale. L'introduzione del divorzio nel 1970 e la conferma del referendum del 1974 segnarono una svolta nei costumi italiani, anche se il divorzio rimaneva ancora poco diffuso per ragioni culturali e religiose.
I giovani italiani iniziarono a rivendicare maggiore autonomia. Nacque il fenomeno delle "vacanze dei giovani", con gruppi di ragazzi che partivano insieme per località balneari come Rimini, Riccione o la Costa Smeralda. Le discoteche diventarono luoghi di aggregazione sociale, dove si ballavano i successi della disco music internazionale e italiana.
Durante i pranzi domenicali era normale sentire conversazioni come: "Nonna, puoi passarmi il secondo?" oppure "Mamma, questo sugo è squisito!