Leonardo da Vinci non è stato solo il genio universale del Rinascimento, ma anche un personaggio ricco di eccentricità e abitudini sorprendenti che lo rendevano unico nel suo tempo.
Dietro al creatore della Gioconda, dell'Ultima Cena e di incredibili invenzioni, si celava un uomo dalle manie peculiari, dalle paure inaspettate e dai comportamenti bizzarri che ancora oggi ci stupiscono. Scopriamo insieme dieci curiosità straordinarie che rivelano il lato più umano e divertente di questo genio irripetibile.
10 Curiosità Sorprendenti su Leonardo da Vinci
Il Mancino che Scriveva al Contrario: La Scrittura Speculare
Una delle caratteristiche più affascinanti di Leonardo era la sua scrittura speculare: scriveva da destra a sinistra, producendo un testo leggibile soltanto attraverso uno specchio. Questa peculiarità non era dovuta al desiderio di mantenere segreti i suoi progetti, come molti credono, ma aveva origini puramente pratiche.
Essendo mancino naturale, Leonardo scriveva così per evitare di sporcare l'inchiostro fresco con la mano mentre procedeva nella scrittura. Tuttavia, questa abitudine non era sempre costante: spesso iniziava a scrivere normalmente da sinistra a destra, poi si fermava improvvisamente, si accorgeva dell'errore e ricominciava al contrario, creando documenti con scritture miste che confondevano i suoi assistenti.
I suoi quaderni sono pieni di annotazioni rapide in scrittura speculare, schizzi tecnici con descrizioni al contrario e persino liste della spesa scritte come codici segreti. Questa caratteristica ha contribuito a creare il mito di Leonardo come figura misteriosa e criptata, quando in realtà si trattava semplicemente di una soluzione ingegnosa a un problema quotidiano.
Il Vegetariano Anatomista: Una Contraddizione Affascinante
Leonardo rappresentava una contraddizione vivente: era un vegetariano convinto che non sopportava di vedere soffrire gli animali, eppure dedicava gran parte del suo tempo a sezionare cadaveri umani per i suoi studi anatomici. Questa apparente incoerenza rivelava in realtà la complessità del suo carattere e la sua sete insaziabile di conoscenza.
Acquistava regolarmente uccelli in gabbia ai mercati di Milano e Firenze, non per possederli, ma per il puro piacere di liberarli e osservarne il volo. Studiava attentamente i loro movimenti per i suoi progetti di macchine volanti, ma il gesto aveva anche un significato più profondo: rappresentava la sua filosofia di rispetto per ogni forma di vita.
Parallelamente, conduceva dissezioni notturne su cadaveri ottenuti attraverso canali non sempre ufficiali. I suoi studi anatomici erano così avanzati e precisi che anticiparono di secoli molte scoperte mediche. La popolazione locale era spesso terrorizzata da questo personaggio che di giorno predicava amore per gli animali e di notte si dedicava a pratiche considerate macabre e sacrileghe.
Durante i suoi studi anatomici, Leonardo scoprì particolari del sistema circolatorio, della struttura muscolare e del funzionamento degli organi che erano completamente sconosciuti ai medici del suo tempo. I suoi disegni anatomici sono ancora oggi considerati capolavori di precisione scientifica e artistica.
Il Maestro dei Progetti Incompiuti: L'Arte di Non Finire
Leonardo era famoso per la sua incapacità di completare i progetti iniziati. Questa caratteristica lo accompagnò per tutta la vita e fu fonte di infinite frustrazioni per i suoi mecenati, che investivano somme considerevoli senza mai vedere l'opera finita.
Il caso più emblematico fu il Monumento Equestre a Francesco Sforza, commissionato dal Duca di Milano. Leonardo lavorò al progetto per ben sedici anni, realizzando studi dettagliatissimi, modelli in scala e persino un modello completo in argilla alto sette metri. Tuttavia, il bronzo destinato alla statua fu requisito per fabbricare cannoni durante la guerra, e il modello in argilla fu successivamente distrutto dai soldati francesi che lo usarono come bersaglio per le esercitazioni.
La sua tendenza a abbandonare i progetti nasceva da un perfezionismo estremo combinato con una curiosità insaziabile che lo portava continuamente verso nuovi interessi. Spesso, mentre lavorava a un dipinto, veniva colpito da un'idea per una macchina o da una scoperta scientifica, e abbandonava tutto per dedicarsi alla nuova passione.
Questa caratteristica creò un mito persistente attorno alla sua figura: Leonardo come genio tormentato dall'impossibilità di tradurre in realtà le sue visioni grandiose. I suoi quaderni sono pieni di progetti straordinari ma incompleti: città ideali, macchine volanti rivoluzionarie, sistemi idraulici complessi che rimasero per sempre sulla carta.
L'Inventore Culinario e il Disastro della Taverna
In una delle iniziative più bizzarre e fallimentari della sua carriera, Leonardo decise di aprire una taverna a Milano insieme al suo amico e allievo Giacomo Caprotti, soprannominato Salai. La taverna, chiamata "Le Tre Lumache", doveva essere una dimostrazione pratica delle sue innovazioni tecnologiche applicate alla ristorazione.
Leonardo aveva progettato una serie di dispositivi meccanici rivoluzionari per l'epoca: spiedi che ruotavano automaticamente grazie a un sistema di ingranaggi mossi dal calore del fuoco, tovaglie che si pulivano da sole attraverso meccanismi nascosti sotto i tavoli, e persino i primi tovaglioli di carta della storia, un'invenzione che anticipò di secoli l'uso moderno.
Il problema era che tutti questi marchingegni geniali erano troppo complessi e delicati per l'uso quotidiano. Gli spiedi si inceppavano continuamente, le tovaglie meccaniche si muovevano a scatti spargendo cibo e vino sui clienti, i tovaglioli di carta si dissolvevano al primo contatto con l'umidità. Il risultato era un caos totale che trasformava ogni pranzo in uno spettacolo tragicomico.
Dopo appena tre mesi di attività, durante i quali la taverna divenne famosa più per i disastri culinari che per la qualità del cibo, Leonardo e Salai furono costretti a chiudere. L'esperienza fu così traumatica che Leonardo non tentò mai più di applicare le sue invenzioni al settore della ristorazione, concentrandosi su progetti più teorici e meno pratici.
Il Comunicatore con gli Animali: Conversazioni Interspecies
Leonardo aveva sviluppato una relazione particolare con il mondo animale che andava ben oltre la semplice osservazione scientifica. Credeva fermamente che gli animali possedessero un'intelligenza e una sensibilità superiori a quelle riconosciute dai suoi contemporanei, e passava ore intere in conversazioni unilaterali con le sue creature preferite.
Il suo cavallo bianco, chiamato "Magnifico", era il suo confidente principale. Leonardo aveva l'abitudine di spiegare al cavallo i suoi progetti più complessi, soprattutto quelli riguardanti il volo. Quando l'animale annuiva (probabilmente per scacciare le mosche), Leonardo interpretava il gesto come un segno di approvazione e si convinceva di essere sulla strada giusta.
Nei suoi giardini a Milano e in Francia, Leonardo teneva una collezione variegata di animali domestici ed esotici: gatti, cani, uccelli di varie specie, e persino alcuni piccoli rettili. Con ognuno di essi stabiliva un rapporto personalizzato, dando loro nomi umani e attribuendo a ciascuno specifiche qualità intellettuali.
I vicini di casa erano perplessi e divertiti nel vedere questo famoso artista e inventore che passeggiava nel giardino tenendo lunghe conversazioni con un gatto o spiegando pazientemente a una lucertola i principi del volo degli uccelli. Questa caratteristica alimentò ulteriormente la sua reputazione di eccentrico geniale tra la popolazione locale.
L'Amore Platonico per la Gioconda: Un Rapporto Speciale
Una delle relazioni più misteriose e affascinanti della vita di Leonardo fu quella che intrattenne con il ritratto della Gioconda. Non si trattava dell'amore per la persona rappresentata (la cui identità rimane ancora dibattuta), ma di una vera e propria ossessione artistica per il dipinto stesso.
Leonardo portava sempre con sé il ritratto durante i suoi viaggi, non se ne separava mai e rifiutava sistematicamente ogni offerta di acquisto, compresi i tentativi del re di Francia Francesco I che gli aveva offerto somme astronomiche. Questa dedizione assoluta stupiva anche i suoi contemporanei, che non riuscivano a comprendere le ragioni di tale attaccamento.
I suoi assistenti raccontavano di averlo spesso sorpreso a parlare al dipinto nelle ore serali, come se si trattasse di una persona reale. Leonardo sembrava cercare nel sorriso enigmatico della donna una sorta di approvazione silenziosa per i suoi progetti e le sue idee. Questa abitudine durò per tutto il resto della sua vita.
Quando il re Francesco I gli chiese direttamente perché non vendesse mai quel ritratto, Leonardo rispose con una delle sue frasi più celebri: "È l'unica donna che non mi ha mai deluso e che comprende sempre i miei silenzi". Questa dichiarazione rivela molto sulla personalità introversa dell'artista e sul suo rapporto complesso con le relazioni umane.
L'Inventore Pauroso: Il Paradosso del Genio Timoroso
Uno degli aspetti più paradossali e umani di Leonardo era la contraddizione tra la sua incredibile capacità inventiva e la paura di testare personalmente le sue creazioni più audaci. Pur avendo progettato macchine volanti rivoluzionarie, carri armati e dispositivi meccanici avanzatissimi, raramente aveva il coraggio di sperimentarli nella pratica.
Il caso più emblematico riguarda le sue macchine per il volo. Leonardo aveva costruito diverse versioni di ali meccaniche e altri dispositivi volanti, studiando minuziosamente l'aereodinamica e i movimenti degli uccelli. Tuttavia, quando arrivava il momento di testare le invenzioni, inventava sempre scuse creative: "Il vento non è favorevole", "Le condizioni atmosferiche sono inadatte",