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Goichi Suda c’ha la stessa età di mio padre.
Siamo abituati a pensare che i vecchi stringi stringi siano tutti uguali, con le loro idee da boomer un po’ del cazzo e quella scorta infinita di paternalismo. Eppure Goichi Suda nonostante sia del ‘68 come mio padre non potrebbe essere più diverso da lui.
Mio padre non avrebbe mai mollato il posto fisso per mettersi a fare videogiochi, anche se “il posto fisso” era quello di becchino.
Goichi invece questo tarlo di uccidere il suo passato ce l’aveva già prima di diventare Suda51, di pensare di andare a lavorare per una software house che faceva giochi di wrestling semplicemente perché era un grandissimo otaku della disciplina.
Prima ancora di tirare fuori roba che in occidente sarebbe arrivata solo qualche anno fa, ma che in patria era stata abbastanza riconosciuta da coinvolgere proprio Goichi per uno degli sfortunatissimi Capcom 5, quei 5 giochini di Capcom che dovevano essere delle esclusive di peso per GameCube e che invece hanno finito per diventare multipiattaforma. Quattro di loro, almeno. Uno l’hanno cancellato, ma per fortuna non era Killer7.
È ironico che ad un certo punto succeda proprio a Suda51 di rimanere vittima del suo passato. Ironico che uno degli ultimi eroi dell’industria ne rimanga fagocitato proprio per colpa di No More Heroes.