Umberto Saba è indiscutibilmente uno dei massimi poeti del Novecento. L'invito di Alberto Cavaglion è però anche a riscoprirne la prosa e in particolare una raccolta, Ricordi - Racconti (1910-1947), pubblicata nel 1956 da Mondadori con prefazioni di Guido Piovene e Carlo Levi. Una testimonianza d'affetto, nostalgica, del piccolo mondo dei commerci in cui la Trieste ebraica del suo tempo fu protagonista. Anche l'antico Ghetto, affrescato in poche ma intense pagine, compare nel libro. Così come Samuel David Luzzatto, il grande Shadal, da cui discendeva per parte di madre. Pagine struggenti che avrebbero fatto di questa raccolta più di punto di riferimento per tanti altri autori che si sarebbero cimentati, ai massimi livelli, con le memorie di famiglia e d'identità.
"Senza questo libro - sottolinea Cavaglion nel nuovo appuntamento della rubrica Pagine di letteratura - non ci sarebbero stati né Lessico Famigliare, né Giardino dei Finzi-Contini. E forse anche Argon, il primo capitolo de Il sistema periodico, non sarebbe nato. O almeno non sarebbe stato concepito in questo modo".
L'invito è anche a leggere i due testi introduttivi. Sia quello di Levi, che racconta la preistoria di queste memoria. Sia quello di Piovene, che aveva molto da farsi perdonare dopo la professione di antisemitismo del 1938.